Formazione piemontese al debutto, i
The Megs propongono un rock orecchiabile con pennellate bluesy, grunge, garage. Uno stile tranquillo ed ordinato, per brani caratterizzati da una discreta varietà di colorazioni.
Si passa dall’incedere pigro e lievemente malinconico di “Colour of jealousy” e “Good morning”, che ci riportano a nomi tipo Alice in Chains o Screaming Trees, alla mordente “Shine and love”, l’episodio più dinamico del lotto. Insieme, un paio di atmosfere morbide e notturne come “Viper” e “Future”, ed anche un piacevole groove funky in “Eat me”. Quale singolo, è stata scelta “Show me”, canzone ritmata dalle sfumature pop e ritornello memorizzabile.
Nell’insieme, però, resta la sensazione di troppa leggerezza, di un album frenato ed incompiuto. Motivi carini, curati, ma niente più. Da un lato nessuno si fissa davvero nella mente, dall’altro manca totalmente la forza, l’irruenza, l’esplosività del rock lanciato a briglie sciolte. Molto giovani, i The Megs forse non hanno ancora identificato ed espresso la loro vera natura, rimanendo sospesi tra un garage edulcorato e le puntate verso quel pop-punk che ha successo tra gli adolescenti.
Magari in un prossimo lavoro, potremo chiarirci le idee sul trio subalpino
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