Un disco molto intricato questo esordio discografico dei lituani
Inquisitor. Intricato perchè tra le sue note è possibile cogliere infinite sfumature. Ma andiamo con ordine.
Gli Inquisitor si presentano nell'affollato panorama della musica estrema grazie alla Forgotten Path Magazine che rilascia
"The Quantum Theory of Id" un album dal titolo tanto enigmatico quanto foriero di intento sperimentale. Siamo infatti di fronte ad una musica che può essere definita
avantgarde nel senso che non ha una direzione precisa: abbiamo una base death metal sulla quale si innestano frequenti divagazioni di pianoforte sulla scia dei
Dodheimsgard più sinfonici e dalla quale i nostri prendono spunto per costruire melodie che spesso sfociano in ambienti black metal modernisti alla
Thorns soprattutto se consideriamo i suoni freddi scelti in fase di missaggio del disco. Il tasso tecnico degli Inquisitor è certamente elevato e permette ai musicisti di cimentarsi in frequenti cambi di tempo ed in sghembe peripezie armoniche che riescono a dare un fascino "asettico" a questo lavoro. Personalmente avrei gradito una maggiore varietà nelle scelte vocali che invece sono sempre votate ad uno scream acido un po' monotono, ma parliamo comunque di un difetto trascurabile di fronte ad una innegabile ispirazione che si percepisce nella musica del disco.
"The Quantum Theory of Id" non è certamente un disco da proporre ad una festa o da ascoltare distrattamente, ma tutti gli amanti di un suono non scontato ed in cerca di novità troveranno pane per i loro denti.
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