In quest’epoca di recupero di nomi più o meno storici (spesso e volentieri assolutamente inutili e recuperati solo per fare i fighi con gli amici), e soprattutto in questi anni di thrash revival, potevano mai rimanere gli
Abomination fuori dai giochi? Assolutamente no, ed è questo il motivo che ha spinto il mitico Paul Speckmann, padre padrone dei seminali Master, a riesumare l’altra sua creatura, gli Abomination, appunto. E per promuovere e giustificare l’imminente tour, che vedrà la band passare anche qui in Italia, ha deciso di ristampare tutto il materiale inciso all’epoca, in un unico gigantesco album intitolato “The ultimate Abomination legacy”. In realtà nulla di così imprescindibile, salvo il fatto che magari reperire il materiale originale non è poi così semplice ai giorni nostri, anche se non dobbiamo scordarci che i primi due album erano già stati ristampati qualche anno fa, ed era anche stata immessa sul mercato la compilation “Curses of a deadly sin”. Sull’importanza storica della band non discuto, anche se buona parte della sua fama deriva più da quella del personaggio Speck e dei suoi Master che dal suo reale valore, ma non sta a me deciderlo. Dal punto di vista tecnico posso dirvi che nella raccolta troverete, integralmente, tutto il primo album “Abomination” (1990), tutto il secondo “Tragedy strikes” (1991) e anche il terzo EP “Final war” (1999). E per rendere più appetitoso il tutto e giustificarne ulteriormente l’acquisto, sono stati inseriti anche i primi due demo “Demo 1” e “Abomination”, rispettivamente del 1988 e del 1999, e il brano “Follower”, presente, originariamente, sul 7” split pubblicato proprio insieme ai Master, oltre ad un paio di versioni alternative di altri brani, tra cui la stessa “Follower”. Sinceramente non saprei cosa altro dirvi a riguardo. È senz’altro un doppio CD molto esauriente, ma non so fino a che punto possa trattarsi di un’operazione genuina e soprattutto indispensabile, se non per far conoscere alle nuove leve, che all’epoca ancora non erano neanche nate, il nome della band e quanto prodotto nei suoi anni di vita. Resto sempre un po’ dubbioso davanti ad operazioni del genere, ma visto che ormai i tempi sono cambiati radicalmente, godiamoci questa sfilza di brani (ben 36) per capire meglio la piccola evoluzione del gruppo che lo ha portato dal thrash grezzo e minimale degli esordi ad una sorta di death/thrash, un po’ sulla falsa riga dei Master stessi, per capirci. Unica cosa che non ho ben capito è l’ordine di inserimento dei brani, visto che non sono stati pubblicati cronologicamente, partendo da “Demo 1”, anche se comunque le tracklist sono state riportate integralmente. Dubbio avvalorato anche da una discrepanza che ho notato tra la tracklist del promo che mi è stato mandato e quella definitiva presente sul sito della Nuke. In ogni caso poco cambia, la sostanza è quella… Visto però che non sono stati apportati cambiamenti al suono e non sono stati effettuati dei remix e che l’unica cosa nuova è la copertina, che richiama i vecchi artwork dei demo e della precedente raccolta, se siete già in possesso degli album originali non sapete cosa farvene di questa mastodontica raccolta. Se invece siete più giovincelli o siete maniaci dei CD o maniaci del thrash old school e comprate a prescindere qualsiasi dischetto ottico venga pubblicato, allora precipitatevi dal vostro negoziante di fiducia e rimpinguate un altro po’ le tasche della Nuclear Blast, in attesa di vedere la band all’opera dal vivo nel prossimo, imminente, tour europeo. E in attesa, soprattutto, di un nuovo album di inediti, anche se nessun comunicato ufficiale è stato ancora reso noto al momento riguardo questa possibilità, che io reputo in ogni caso abbastanza concreta nei prossimi mesi. Staremo a vedere…
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