Novembre con le prime nebbie, con il freddo che iniza a farsi pungente è il mese perfetto per l'ascolto di
"The Shortest Way" secondo lavoro, autoprodotto, per gli spagnoli
Evadne. Death Doom disperato, ossessivo, lento e melodico, questa la proposta del combo di Valenzia. Niente di nuovo o di particolarmente innovativo in realtà, ma gli Evadne conoscono benissimo la materia in cui si cimentano e sono, dunque, in grado di costruire pezzi, tutti dal minutaggio elevato, in cui si viene piacevolmente trasportati verso lande di tristezza e dolore. I nostri alternano parti arpeggiate e melodiose a continue esplosioni di violenza in cui fa da protagonista il growl cavernoso del singer che, in verità, risulta un po' monotono a differenza di quanto accade invece nei, pochi, momenti in cui si cimenta in un efficace cantato sussurato. Gli Evadne si esprimono su territori musicali vicini ai primi
Katatonia o a tutta la scena doom albionica senza raggiungerne i vertici qualitativi, ma producendo un disco di tutto rispetto. Dispiace vedere che un prodotto come questo, registrato e suonato benissimo, in cui ci sono brani come la seconda
"Dreams in Monochrome" davvero belli, debba essere un disco autoprodotto e non rilasciato da qualche etichetta. A parte questa "triste" considerazione vi consiglio di dare una opportunità agli Evadne ed alla loro musica poetica e violenta.
Bravi
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