Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2011
Durata:43 min.
Etichetta:Agonia Records

Tracklist

  1. INTROPRINCIPIO
  2. IN NOMINE SATHANAS
  3. LEGACY OF ANCESTORS
  4. REVENGE OF HELL
  5. DARKSOME PROPHET
  6. FIERY MESSAGE
  7. SON OF SATAN
  8. HIS COMING
  9. GREETINGS FROM THE ABYSS
  10. THE APOCALYPSE

Line up

  • Big Boss: vocals
  • Ashok: guitars
  • Igor Hubìk: bass
  • Pavel Kubàt: drums

Voto medio utenti

Strano gruppo i Root… Pur se attivi da ben 24 anni, una decina di dischi all’attivo e uno stile coerente sia dal punto di vista musicale che da quello attitudinale, non sono serviti a fargli fare il grande salto, relegandoli, un po’ tristemente, nel pieno dell’underground estremo. Gloria ed onore della natia Repubblica Ceca, all’epoca della loro nascita ancora Cecoslovacchia, arrivano ora al loro nono album in studio (la loro discografia è arricchita da numerosissimi demo, split, EP e live album) licenziato da Agonia Records. Cosa aspettarsi da “Heritage of Satan”? Niente di più e niente di meno che quello che è lecito aspettarsi dai Root, un metal palesemente old school, a cavallo tra il black primordiale (Bathory, Hellhammer, Venom e compagnia bella), l’heavy metal più classico ed oscuro in stile Mercyful Fate e il doom più evocativo, quest’ultimo aspetto enfatizzato in particolar modo dalla voce di Big Boss, leader massimo della band, che per rendere più credibili i suoi testi satanici (ricordiamo, per chi non lo sapesse, che B.B. è il creatore della sede Ceca della Church Of Satan, quindi non un pivellino qualsiasi che improvvisa sull’argomento), non lesina partiture che sanno più di rituali e invocazioni che di pure e semplici canzoni. E a tal proposito basta ascoltare la prima traccia, “Introprincipio” per capire di cosa sto parlando. Una buona miscela di dark (inteso in senso lato), e metal, quindi, che viene espressa al meglio in brani come “Darksome prophet” o “Legacy of ancestor”, e che persiste anche nei brani meno ossessivi e più spiccatamente metal, che mantengono in ogni caso il loro lato oscuro, criptico e satanico. Se Big Boss catalizza per lo più l’attenzione su di sé grazie alle sue vocals sgraziate ma molto espressive, di cui abbiamo appena parlato, non bisogna però dimenticare il lavoro svolto dagli altri membri della band, davvero valido e di prestigio, specialmente per quanto riguarda gli assoli di chitarra, anche questi molto old school, nel senso che hanno quel gusto melodico che ormai troppo spesso si è perso, ma che era il marchio di fabbrica delle vecchie produzioni metal negli anni ’80. “Heritage of Satan” non aggiunge né toglie nulla a quanto espresso fin’ora dalla band, né rivoluzionerà il mondo del metal, questo è certo, però è altrettanto innegabile il suo valore, e il fatto che i Root, silenziosamente, come fanno ormai da più di un ventennio, hanno piazzato un altro piccolo gioiellino sugli scaffali dei nostri negozi di dischi preferiti, andando ad inserire un nuovo interessante tassello nel sempre più multiforme universo estremo. E se vi definite amanti di questa frangia del metal, non potete non dare l’ennesima occasione alla band Ceca per dimostrare il suo valore effettivo…

Un'ultima segnalazione, a dimostrazione del rispetto che gli altri personaggi della scena nutrono per i Root: su "Heritage of Satan" sono presenti, in qualità di special guest, Nergal dei Behemoth, Blasphemer (ex Mayhem e chitarrista degli Aura Noir), e Erik Danielsson dei Watain, e scusate se è poco...
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.