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Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:42 min.
Etichetta:Jolly Roger Records

Tracklist

  1. SATAN'S RIDE
  2. DARK REBEL
  3. HEAVY METAL TIR
  4. VAI
  5. IL VOLO DELLE AQUILE
  6. FIRE SWORD
  7. NELL'ANIMA
  8. SHOUT
  9. METAL IN MY LIFE
  10. HIDRA
  11. ROMA

Line up

  • Giuseppe Cialone: vocals
  • Sergio Bonelli: guitar
  • Danilo Antonini: guitar
  • Dino Gubinelli: bass
  • Piero Arioni: drums

Voto medio utenti

Ok, qui è necessario un capitoletto introduttivo. I T.I.R. (Total Inferno Rock, o Temple Infernal Rock, a seconda delle declinazioni che sono state fatte del monicker nel corso degli anni) sono una band heavy metal romana, famosissima nell’underground laziale e già attiva dal lontano 1984, seppur possano vantare solo un EP ed un demo, il primo dell’84, il secondo del 1992. Dopo due split e dopo così tanto tempo, però, i T.I.R. riescono a mettere in piedi il primo full length, merito anche dei Rosae Crucis, che alla band capitolina ‘prestano’ il singer Giuseppe Cialone ed il batterista Piero Arioni (oltre che lo studio di registrazione). Vedono così la luce undici brani, molti dei quali già editi, che presentano un heavy metal fiero e potente, parente stretto dei primi Saxon o Priest ed in generale della NWOBHM, cantato fieramente in italiano, titoli a parte.

Molti sono gli estimatori del combo che grideranno di gioia alla notizia, e di sicuro anche noi di Metal.it ci associamo al piacere che una band così stimata abbia potuto finalmente mettere nero su bianco tanta buona musica, orgogliosa rappresentante di un heavy metal ormai quasi smarrito per sempre, puro ed incontaminato come non se ne sente più. Andando invece al lato meramente tecnico, questo cd presenta una produzione sufficiente, quasi si fosse voluto rimanere ancorati al sound ed alle suggestioni di 30 anni fa, dimenticando l’attuale ed il presente. Questo, unito alla estrema semplicità delle composizioni, potrebbe giocare a sfavore dei T.I.R., che difficilmente con questo “Heavy Metal” potranno far breccia nelle nuove generazioni di metal fans, a cui certo metal semplice e volutamente poco curato non stuzzica l’appetito. Di conseguenza, mai come in questo caso mi astengo dal dare un giudizio, che sarebbe diviso a metà tra il piacere di ritrovare un nome storico dell’underground metal italiano di nuovo in sella, e l’obiettiva qualità dei brani, a cavallo tra i grandi classici del passato e un metal alla Pino Scotto, che piace a qualcuno ma non a tutti. Comunque sia, bentornati T.I.R.!
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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