I Mortal Sin mi fanno pena. Ma davvero eh!Poveracci, sono in primis (per il metal, intendiamoci!) da sempre geograficamente svantaggiati, venendo dall'Australia che se sei gli
ACDC te ne freghi, ma se sei una thrash band di seconda fascia è un suicidio strategico/commerciale essendo tagliato fuori dal movimento europeo e statunitense; sfortunati per scelte commerciali sbagliate quando delle loro etichette, quando direttamente a loro imputabili, in più peremmente ignorati sia dalla critica sia dai fans che li hanno dimenticati dopo il flop album "
Every Dog Has Its Day", di cui il sottoscritto è l'unico estimatore a livello planetario nonchè possessore di una delle due copie vendute (l'altra è della mamma dello sfigatissimo cantante di allora
Steve Sly), a cui sono seguiti due dischi che sono stati ignorati da tutti, me compreso dato che non ho mai ascoltato "
An Absence of Faith" del 2007, mai visto nei negozi o nei cataloghi di cd.
Stessa sorte che potrebbe fare questo nuovissimo "
Psychology Of Death" che esce per un'etichetta mai sentita prima, che a quanto possa sapere non è distribuita in Italia; nessuno ne parla sui forum, nessuno lo posta su Facebook, nessuno lo linka su Youtube, niente di niente, gli australiani Mortal Sin sembrano condannati all'oblio, anche se non lo meritano affatto.
E noi di Metal.it cosa ci stiamo a fare? Non vogliamo forse che un po' di gloria possa risplendere su
Andy Eftichiou e soci?
Decisamente sì, anche perchè onestamente questi tizi se lo meritano, non solo per il luminoso passato (chi non possiede/apprezza la combo "
Mayhemic Destruction/Face of Despair" non è degno del thrash, non è degno del metal, non è degno di esistere) ma anche per il rispettosissimo presente, dato che questo "Psychology Of Death" è un signor album, MOLTO MOLTO MOLTO migliore rispetto a tante osannate nuove leve, pompate a tutto fuoco dalle label che invece farebbero meglio a concentrarsi sui "dinosauri", quando perlomeno come in questo caso hanno ancora qualcosa da dire.
Ed è incredibile come bastano dieci, massimo venti secondi dell'iniziale omonima title track per capire che questi veramente hanno una marcia in più, che chi ha vissuto da protagonista le annate d'oro del thrash metal questo genere se lo porta nel sangue, nelle vene, e che basta un niente per riaccendere la magia e tornare indietro nel tempo: certo, non parliamo assolutamente di un capolavoro, non torneranno mai brani del valore di "
Voyage of the Disturbed" o "
I Am Immortal", ma siamo comunque di fronte ad un album che non presenta compromessi e che propone un thrash metal bay area old school, con tanta aggressività, riffs al vetriolo, melodie taglienti ed irresistibili e tanta tanta classe, coronata dalla prova di un redivivo Mat Maurer al microfono, proprio colui che aveva cantato nei primi due lontanissimi album (e purtroppo anche nello scandaloso "
Revolution Of The Mind", album autoprodotto uscito nel 1997 che di fatto ha sancito la fine del "vecchi" Mortal Sin, fino alla reunion del 2004 che ha poi portato a quel "An Absence of Faith" del 2007 che però ammetto di non aver mai sentito).
Se siete dei nostalgici del thrash vecchio stile, se aspettate il nuovo Testament come un viandante nel deserto cerca l'oasi, se amate alla follia due capolavori come i primi due lavori dei Mortal Sin ed infine se anche voi pensate che non sia giusto tutto questo disinteresse per una band sfortunata mettete un "mi piace"... no, non siamo su facebook! Date una chance "Psychology Of Death": non vi svolterà la vita ma difficilmente vi deluderà!