Secondo album per gli svedesi
Oriz, che prendono il monicker dal chitarrista/mastermind Alexander Oriz. Due albums in due anni, e devo dire che questo “
II” piace come un piranha nel bidé: heavy metal da quattro soldi, con due idee raffazzonate intorno ad una manciata di riffs di quelli che non fanno male a nessuno, rislutanti in un heavy/hard rock che ogni tanto si traveste da Black Stone Cherry in certe suggestioni southern, ma ai quali non è degno di essere paragonato. Aggiungete alla ricetta i suoni di tastiera più scandalosi dell’ultimo decennio ed avrete tra le mani “perle” come “
Put out the Flame”, dall’incedere straccia-zebedei, ed un pugno di consimili, pronti a farvi saltare di gioia. Chi sono io per impedirvi di spendere 15 euro per cotanto ben di dio?
Un album che fai davvero fatica a digerire, per la sensazione di ‘farlocco’ che trasuda da ogni nota, per un generale senso di pochissima ispirazione, per una produzione troppo ovattata e smorta, “II” ha dalla sua solo l’ispirazione per il voto che dovrei dare a questo ciddì. Ma oggi sono buono, mi voglio rovinare.
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