Esordio discografico per il duo americano dei
Ptahil che rilasciano
"For His Satanic Majesty’s Glory" un titolo che chiarisce subito gli intenti dei nostri.
Parliamo di Black metal. Black metal declinato però in maniera particolare dal momento che la commistione con il doom e con l'heavy in genere risulta molto forte, così come appare chiaro un approccio quasi punk alla materia oscura.
La musica dei Ptahil è sulfurea, potente, e dannatamente oscura.
Mhaghnuis e
Luathca fanno propri gli insegnamenti dei
Celtic Frost e costruiscono un lavoro che, se da una parte deve moltissimo ai leggendari svizzeri, dall'altra vive di luce proria proponendoci brani ben strutturati e meticolosamente votati al disturbo di chi ascolta. Quello che colpisce di "For His Satanic Majesty’s Glory" è la sua carica distruttiva ed opprimente, il suo cuore nero ed intransigente.
Non aspettative soluzioni particolarmente "moderne": qui abbiamo a che fare con una musica che va direttamente verso il suo obiettivo, un obiettivo fatto di adorazione del male e distruzione. I brani del disco alternano rallentamenti asfissianti e "melmosi", che sarebbero stati bene nei primi lavori dei
Rotting Christ, ad accelerazioni di scuola nordica perfettamente inserite nel contesto, mentre le voci alternano toni acidi a partiture care a
Tom Gabriel Fischer.
I Ptahil ci sbattono in faccia tutta la loro rabbia ed il loro odio. Lo fanno meticolosamente, lentamente. Lo fanno bene.
Un ottimo inizio di un viaggio senza ritorno.
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