Fine d’anno col botto per tutti i fan del
Motley Crue, dopo che la storica etichetta
Eleven Seven è tornata in possesso dei diritti musicali: saranno infatti ristampati sia in vinile che in cd, in edizione speciale e anche in boxset gli album
Too Fast For Love, Shout At The Devil, Theatre of Pain, Girls Girls Girls e
Dr. Feelgood, che rappresentano tutto il meglio che questa band ha saputo donarci negli anni ’80. Accanto a questi dischi verrà anche ristampato il
Greatest Hits del 2009, di cui si occupa questa recensione, anch’esso sia in normale versione CD e vinile che in una speciale versione contenente un DVD bonus.
Se dunque sarà un ricco Natale per tutti i fan della band, cosa potrebbero cavarci di buono gli altri? Ve lo dico subito: se già conoscete i Motley Crue tutto questo ben di dio vi può servire solo per completare la discografia o per collezionare qualche special edition, mentre il Greatest Hits in sé non potrà darvi molto se non il materiale aggiuntivo presente del DVD.
Supponiamo invece che voi siate un adolescente da poco avvicinatosi al fatato mondo dell’hard rock e del metal. Supponiamo che nessuno vi abbia mai parlato di cosa siano stati gli anni ’80. Supponiamo che vogliate conoscere qualcosa di più della musica di quegli anni e di quanto quei riff e quell’attitudine abbiano influenzato tutto ciò che è venuto dopo. Se vi riconoscete in questa descrizione, andate a comprare questo disco e sentitevelo tutto d’un fiato. Il risultato sarà fondamentale: qui non contano i gusti e non contano le mode, perché se non vi dovesse piacere almeno l’80% dei pezzi che ci sono in questo album vorrà dire che non vi piace l’hard rock. Se invece vi dovesse piacere, mi congratulo fin da ora con voi e vi do il benvenuto nel mondo della Musica con la M maiuscola. Poi possiamo stare ore a discutere su quanto altre band siano meglio di loro, su quanto spesso i loro comportamenti li abbiano resi odiosi e bla, bla, bla…
Ma le chiacchere stanno a zero quando uno ha venduto quasi centro milioni di dischi in tutto il mondo e ha passato buona parte degli ultimi 30 anni sulle copertine dei giornali e sui palchi più importanti, oltre ad aver popolato i pensieri sconci di migliaia di donzelle. Non è obbligatorio amare i Crue, ma davvero in pochi hanno saputo interpretare così bene il motto sex, drugs and rock & roll e conciliarlo con uscite discografiche all’altezza della propria fama.
Si può dare un voto alla storia? Io non credo proprio. Senza voto, dunque, ma con tanti applausi “alla carriera”.
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