Beggars & Thieves, ovvero uno degli ultimi bastioni dell'hard rock ottantiano rilasciato nel '90, anche se di poco dunque, reca l'infausta data per i cultori del genere.
Che i Beggars & Thieves si rifacessero alla tradizione non è un 'titolo' usurpato, niente ladrocinio infatti (ed i veri mendicanti arriveranno come funghi...velenosi); per inciso il leader era
Lou Merlino che, da vero mago, era anche il co-leader (con
Paine) dei
Centaurus, band che esordì nel lontano '78 con un unico omonimo album, tramandato poi alla leggenda per essere classificato come il primo picture disc della storia hard & Heavy.
Anche se la band licenziava un rock invero molto zeppeliniano, con solo alcuni accenti di epic/heavy alla maniera dei pionieri dell'US metal, come potevano essere ad esempio i primissimi
Manilla Road.
I Beggars &Thieves invece risultavano più maturi e con un taglio netto verso il class-metal, sempre sorretto però da una robusta impalcatura hard blues e lo stesso Merlino era nel frattempo molto migliorato come vocalist delle stridule interpretazioni iniziali. Parte l'opener '
No more broken dreams', gli echi zeppeliniani riverberano ancora, un po' alla
Cult, ma si sente subito dagli stentorei riffs che la band è vicina al metal di classe, non lontana dal riffing dei
Dokken. '
Billy know better' è ancora meglio; batteria martellante, riff da rock in a hard place e coro stellare, prima che irrompa '
Waitin foto the man' dal coro più scanzonato, quasi prossima al party metal dei quasi contemporanei
Autograph dell'ottimo '
Loud & Clear'.
Ma è solo un momento perché i Beggars &Thieves non sono votati alla music for fun e '
Your love is in vain' è servita sul piatto (soprattutto per chi possiede il vinile!) per appagare gli appetiti dei fans dei
Cinderella di '
Long cold winter'.
Non fatevi però prendere troppo dai paragoni citati, perché i Beggars & Thieves hanno comunque una miscellanea tutta loro come testimonia anche '
Let's Get lost' o '
Heaven & Hell' che non ha nulla a che spartire con i
Black Sabbath, ma è invece un altro hard-stunt griffato.
'
Love's a bitch' piacerà molto ai fans di
Firehouse o
Steelheart e la conclusiva e auto celebrativa 'Beggars & Thieves' suggella un grande disco in un clima estatico.
La band tornerà nel '97 con il mastepiece (e più intimistico) '
Look What You create', in cui non vengono risparmiati nemmeno i fans dei
Black Crowes, grazie all'inno rock '
True to yourself', tra il disinteresse degli scarsi alternativi che guardavano ai
Garbage se non addirittura ai
Prodigy!
Ma per favore! Il titolo del loro come-back suona ancora oggi profetico.