Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:39 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. SUMMER BREEZE
  2. TIME OF THE SEASON
  3. YOUR MOVE
  4. I AM A ROCK
  5. LUCKY MAN
  6. THE SOUND OF SILENCE
  7. CALIFORNIA DREAMIN'
  8. ON A CAROUSEL
  9. DIRTY WORK
  10. FOR WHAT IT'S WORTH
  11. DANCE WITH ME

Line up

  • Jack Blades: vocals, bass, acoustic guitar, percussion
  • Tommy Shaw: vocals, guitars, percussion
  • Brian Tichy, Kelly Keagy: drums
  • Colin Blades: backing vocals
  • Randy Mitchell: loops

Voto medio utenti

Jack Blades con i Night Ranger, Tommy Shaw con gli Styx e poi insieme nei Damn Yankees, questi signori e i loro incredibili compagni d’avventura hanno scritto pagine veramente fondamentali dell’hard rock a 24 carati made in USA.
La collaborazione tra i due si era estesa anche in uno splendido lavoro del 1995 dal titolo “Hallucinations”, che per la prima volta vedeva affiancati nello stesso monicker i cognomi dei suddetti protagonisti, il medesimo che oggi vediamo associato a questa nuova release marchiata Frontiers, denominata “Influence”.
Da vecchio estimatore delle occasioni artistiche appena menzionate, l’attesa per questo lavoro non poteva che essere molto elevata, ma non Vi nascondo che un pizzico di delusione, non appena realizzata la natura del disco in questione, avesse fatto scemare un po’ il mio entusiasmo.
Insomma, un Cd di covers, per di più realizzato da musicisti che hanno prodotto delle canzoni talmente straordinarie da meritare esse stesse un simile trattamento, non è che fosse esattamente il “massimo della vita”.
Sono proprio un miscredente e soprattutto non imparo mai la lezione … Avrei dovuto capire da subito che quando gli attori coinvolti sono di questa levatura, non si può parlare di “un altro” dischetto di “maniera” come ce ne sono tanti, dimenticando, tra l’altro, di aver provato un’analoga sensazione, con relativo ravvedimento, anche nei confronti di “Big bang theory”, in cui gli Styx avevano offerto, alla prova dei fatti, una piacevolissima rilettura celebrativa delle loro fonti ispirative.
Come e forse pure lievemente di più di quanto accadeva in quella situazione, questo “Influence” è un delizioso viaggio nel classic rock songbook degli anni ’60 e ’70, interpretato con una sensibilità e un “rispetto” assolutamente rari, pur senza scadere nella semplice trascrizione “scolastica” di pezzi storici, che anzi spesso escono rivitalizzanti “dall’adattamento” ad essi riservato.
Brani unanimemente riconosciuti per il loro valore “immortale”, si alternano a motivi meno noti e anche quest’autentica operazione di “riscoperta” contribuisce a rendere l’opera intrigante e credibile nella sua schietta volontà rievocativa e nella sua libertà espressiva, aumentandone il rilievo complessivo.
Per ragioni di gusto squisitamente personale e motivazioni “affettive” ho particolarmente apprezzato le versioni di “Your move” (Yes) e “Lucky man” (ELP), gratificate da conduzioni canore che non fanno rimpiangere le originali (e stiamo parlando di Anderson e Lake, non so se mi spiego!), ascoltato con grandissimo piacere le magnifiche traduzioni di masterpieces quali “California dreamin’” dei The Mamas & The Papas e “For what it’s worth” dei Buffalo Springfield (un’altra bella “sfida” e un’ulteriore vittoria), oltre che emozionato ancora una volta con la mitica “The sound of silence” e sorpreso per la bella edizione di “I am a rock”, entrambe firmate da Simon & Garfunkel, ma anche le leggermente più oscure “Dirty work” degli Steely Dan e “Time of the season” degli Zombies di Rod Argent, fino ad arrivare alle a me completamente sconosciute “Summer Breeze” (un “hit” targato Seals & Croft), “On a carousel” (degli Hollies) e “Dance with me” (degli Orleans), si manifestano come momenti musicali assai gratificanti, per un album globalmente elegante, intimista e passionale, con quel tocco vagamente “psichedelico” e “free”, imposto da alcuni dei numeri omaggiati, che si sposa in maniera perfetta con la superba qualità vocale di Shaw e Blades, enorme se presa singolarmente e semplicemente imbattibile quando combinata in contagiosi e irresistibili arrangiamenti collettivi.
Non credevo che un prodotto di questo tipo potesse piacermi così tanto e mentre continuo ad attendere con ansia il momento in cui Jack e Tommy si decideranno a regalarci una raccolta d’inediti, magari anche con le loro “navicelle madri”, Vi assicuro che, per quanto mi è possibile, vigilerò che nessuno definisca, con sufficienza, “Influence”, come “l’ennesimo disco di cover”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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