Quella che è subito evidente di fronte a "De Ferro Italico", è la qualità con cui questo album è stato realizzato.
Sotto tutti gli aspetti.
Il booklet e l'artwork, non sono certo quelli tipici di un'autoproduzione, il concept su cui ruota l'album è stato affrontato con cura e dovizia di dettagli, infine la componente musicale, per resa sonora (è stato masterizzato da Mika Jussila presso i Finnvox Studios) ed esecuzione, è in grado di reggere il confronto con la maggior parte delle correnti uscite
ufficiali.
Ma procediamo con ordine.
Gli abruzzesi
Draugr, con alle spalle già diverse uscite, come tema lirico di "De Ferro Italico" optano per un concept fanta-storico ambientato nel 391 A.D. e che ne vede i protagonisti opporsi alla persecuzione dei culti pagani da parte dell'Impero Romano e del Cristianesimo.
Passaggi Black, sinfonici, trionfali e ferali si susseguono e si avvicendano nel corso dell'album ma anche delle singole canzoni, senza cadute di tono e mantenendo sempre alta l'attenzione, con Augur Svafnir che alterna uno screaming acido ed assassino ad un cantato più pulito, con testi in latino, italiano e nell'arcaica lingua osca, serbando l'inglese alla sola "The Vitulean Empire".
Scorrendo le varie canzoni si viene trascinati via dalla forza e dalla veemenza dei Draugr, e, anche per le varie soluzioni che si alternato ed intrecciano, non è semplice soffermarsi nell'individuare quelli che possono esserne i momenti più rappresentativi, tuttavia opterei per l'esuberante "Ver Sacrum", con il suo approccio spiccatamente Folk e sopratutto per la bellicosa "Legio Linteata", epica e graziata da un coro che saprà trasformarvi in dei
Berserker a caccia del sangue dei vostri nemici.
... Legio Linteata, Hirpus harpe tahè kyuì! Legio Linteata, Vae Victis!
Legio Linteata, In battaglia senza pietà! Fieri lupi italici combattono per la libertà!
C'è po' di Bal-Sagoth, Ensiferum, Cradle Of Filth, Immortal, Folkstone (e, infatti, Maurizio e Lore sono qui presenti in qualità di ospiti)... ma sopratutto tanto, tanto dei
Draugr (lupi) nella loro musica.
Non fosse per l'uso di orchestrazioni ed ottoni un pelo troppo cinematografici e per la ripetitività di certi blast beat, "De Ferro Italico" sarebbe stato perfetto.
Ma ci siamo
quasi.
Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...