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Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. PURGATORIUM
  2. THE TRANSFIGURATION
  3. OPENING THEME : LUCID NIGHTMARE
  4. SOMNIPHOBIA
  5. L'EXCOMMUNICATION à MINUIT
  6. AMNESIA
  7. FAR BENEATH THE IN-BETWEEN
  8. AMONGST THE PHANTOMS OF ABANDONED TUMBRILS
  9. ENDING THEME : CONTINUUM
  10. FALL TO THE THRALL
  11. EQUALE I) PRELUDE II) FUGATO III) CODA

Line up

  • Mirai Kawashima: Vocals, Keyboards, Sampling, Programming, Vocoder
  • Satoshi Fujinami: Bass
  • Shinichi Ishikawa: Guitars
  • Junichi Harashima: Drums
  • Dr. Mikannibal: Alto saxophone, Vocals

Voto medio utenti

I Sigh sono un gruppo storico nel panorama estremo del Giappone, loro paese di provenienza.
I loro primi lavori risalgono agli inizi degli anni '90 ed hanno anticipato anche i nomi storici dell'allora nascente movimento black metal, motivo per cui Euronymous volle il gruppo nella sua etichetta, la Death Silence Production, con la quale i nostri incisero il debut su lunga distanza "Scorn Defeat" nel 1993.
Da quegli anni molte cose sono cambiate ed i Sigh hanno sviluppato la loro proposta sonora verso nuove direzioni passando dal black metal, di matrice Celtic Frost, dei primissimi lavori ad un progressive extreme metal che invece caraterizza le loro ultime uscite.
Il nuovissimo "In Somniphobia" segue la linea della evoluzione sonora scelta da Mirai Kawashima e soci e prosegue quella ricerca musicale che potremmo definire avantgarde, patrimonio di molte band giapponesi che fanno della commistione di più generi un elemento distintivo.
I Sigh confezionano, quindi, un lavoro molto eterogeneo in cui è possibile scorgere diverse influenze: negli undici brani del disco troverete progressive rock anni '70, spruzzate di black metal, blues, fisarmoniche, eleganti e schizati interludi di sax, hard rock, approccio sinfonico, partiture alla Chldren of Bodom, i Covenant di "Nexus Polaris" , delicati pianoforti, un'ottima chitarra solista, più tutta una serie di trovate che potremmo definire teatrali sulla scia di certi Arcturus.
Insomma, ci troviamo di fronte ad un caleidoscopio di umori e sensazioni diverse e dissonanti, motivo per cui il disco risulta essere di difficile fruizione ed, alla lunga, davvero pesante.
Tolti, infatti, i primi due pezzi, che sono "semplici", per i canoni dei nostri si intende, e brevi, tutti gli altri puntano in mille direzioni diverse senza mai dare l'impressione di avere un vero filo logico che ne sottenda una razionale costruzione. Ma forse questa è l'avantgarde e forse un disco come questo, ascoltato con il giusto mood, può risultare raffinato ed interessante.
Io non saprei davvero come giudicarlo in senso univoco: troppa la carne al fuoco e non sono uno che va matto per le bistecche.
Dategli un ascolto e sappiatemi dire.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 ott 2012 alle 20:58

uno di quei casi in cui non sai se si tratta di genio o di esagerazione...

Inserito il 16 mar 2012 alle 03:05

Beh diciamo ke nn è proprio il mio genere per cui di sicuro nn lo comprero' e difficilmente gli daro' qualke altro ascolto, anke a gratis...Detto cio' ci sono alcune cose sparse qua e la per l'album ke nn sono assolutamente da disdegnare

Inserito il 15 mar 2012 alle 15:15

e quindi non ti è piaciuto neanche questo?

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