20 anni (di carriera) e non sentirli!
Ecco qual'è la prima impressione ascoltando "
HoS", nuova fatica degli svedesi
House of Shakira (nessuna parentela con la bionda colombiana amica di Pique) che dopo 5 anni di riposo e ben 3 nuovi innesti sfornano questo nuovo, ottimo disco di puro hard rock.
Certo, per i fan più integerrimi sarà molto difficile digerire la dipartita del bravissimo cantante Andreas Eklund, ma vi assicuro che
Andreas Novak non lo farà rimpiangere più di tanto, se riuscite ad essere almeno un po' open-minded. Personalmente avevo già avuto occasione di apprezzarlo parecchio nei
Mind's Eye, particolarmente sullo splendido "
Walking on H2O", ma devo dire che virare l'approccio dal prog all'AOR è stato per Novak un tentativo molto ben riuscito.
Nuova è anche la sezione ritmica, dove troviamo
Basse Blyberg al basso e
Martin Larsson alla batteria. Anche qui, nessuno stravolgimento del sound degli House of Shakira, anche se soprattutto da Blyberg abbiamo un discreto irrobustimento delle sonorità proposte, soprattutto in alcuni frangenti nei quali gli viene dato più spazio.
Rimangono invece
Lundstrom e
Hallstensson, motore pulsante della band, quest'ultimo anche coi suoi cori mai fuori posto, oltre che con assoli di ottima fattura che caratterizzano gli
HoS più di altre band che pretendono di suonare lo stesso genere. E oltre all'innegabile abilità tecnica è il songwriting, sempre ad opera della coppia di chitarristi, ad essere di altissimo livello.
Gli svedesi però emergono dalla passa perchè il suddetto genere viene interpretato sempre in maniera eccellente, senza cali di tensione, allontanandosi ancor di più dall'etichetta di band clone dei
Journey, grazie soprattutto alla prestazione di Novak.
50 minuti di grandissimo hard rock insomma, che spaziano da canzoni ritmicamente più sostenute, orecchiabili e "da Interstate" quali la conclusiva "
Out of my Head" o "
Changes in Mind" a episodi più tranquilli ma non per questo meno intriganti, quali sono "
I'll Be Gone" e soprattutto la bellissima "
Zodiac Maniac". Palma di migliore del lotto va senza dubbio a "
Voice in the Void", che si eleva sulle altre per linee vocali, melodia e grandioso lavoro alle chitarre, assoli compresi. Per non lasciare niente al caso, in chiusura troviamo anche la semi-acustica "
Lost in Transition", nella quale spicca ancora una volta l'ottimo lavoro di Novak dietro al microfono, ben accompagnato dai già pluricitati Hallstensson e Lundstrom.
Un disco davvero ben fatto questo "
HoS" degli
House of Shakira, che ci consegna dopo 5 anni una band in grandissimo spolvero, che riesce a far fronte a notevoli cambi di formazione mantenendo uno spirito vivace, classico e al contempo innovativo, cosa ben rara di questi tempi. Non siamo ai livelli del loro capolavoro "First Class" ma è decisamente un gran bel disco! Un applauso a loro e a voi che sicuramente lo acquisterete! Vero?
Quoth the Raven, Nevermore..
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