Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:45 min.
Etichetta:Spinefarm Records

Tracklist

  1. KISSING THE FLAMES
  2. DAMNED RAPTURE
  3. CRY FOR LOVE
  4. DEATH COMES IN MARCH
  5. FOLIE A DEUX
  6. HAIL OF BULLETS
  7. LOVE'S A SICKNESS
  8. RAVING HEARTS
  9. OBLIVION: VISION
  10. SOMEDAY SOMEWHERE SOMEHOW

Line up

  • Jape Von Crow: vocals
  • Juppe Sutela: guitars
  • Antti-Matti Talala: guitars
  • Eza Viren: bass
  • Jussi-Mikko Salminen: keyboards
  • Matti Huopainen: drums

Voto medio utenti

Tornano dopo 5 anni di silenzio i To/Die/For, a parere di chi scrive uno dei più sottovalutati (assieme al supergruppo For My Pain..) gruppi del panorama Gothic Metal scandinavo prima e mondiale poi, capaci di attirare su di se le attenzioni di tanti addetti ai lavori nel 2003 all'uscita del loro terzo disco "Jaded", salvo scivolare immeritatamente nell'oblio in favore dei "soliti" mostri sacri del genere.

Tornano in formazione ampiamente rimaneggiata rispetto all'ultimo lavoro "Wounds Wide Open", presentando qualche innesto del tutto nuovo, Matti Huopainen alla batteria e Eza Viren al basso, qualche volto già noto in passato, Antti-Matti Talala e Juppe Sutela alle chitarre e Jussi-Mikko Salminen alle tastiere e il sempre presente Jape Peratalo dietro il microfono.
A riguardo non fatevi ingannare dalla line-up qui accanto: Jape Von Crow non è nient'altro che il nome d'arte che il buon Peratalo si è scelto per questa nuova avventura targata To/Die/For, scelta a tratti discutibile data la prevedibilità del nickname ma atta a rimarcare le radici innegabilmente gotiche e funereo-amorose del gruppo.
La formazione è per metà la stessa che nel 2005 ha sfornato "IV", manco a dirlo quarto sforzo dei finnici, disco di buona caratura ma sicuramente figlio illegittimo di quel capolavoro che fu il già citato "Jaded" del 2003.
I due nuovi innesti frullano un po' il composto creato dai To/Die/For nel 2011 ma i sentori di quel disco sono fortemente presenti, avvicinandosi a volte troppo a quanto prodotto dai Sentenced prima e dai Poisonblack dopo, anche e soprattutto per "colpa" della voce di Perat..sorry, Von Crow, qui troppo forzatamente simile a quella di Ville Laihiala. Se in tutto questo includiamo che la parte finale di "Damned Rapture" è in tutto e per tutto identica all'outro di "The Cold White Light", con il canto dei cigni e il resto, in alcuni frangenti il sentore di plagio diventa un fetore decisamente poco piacevole.
Ma a parte questo, "Samsara" è un buonissimo disco di Gothic Metal, dimostrazione che i finlandesi non hanno mai spesso di comporre ottima musica, pur con le differenze del caso dovute agli anni e ai numerosi cambi di formazione.
Niente a che vedere con i capolavori "Dying Embers", "I (Just) Died in Your Arms" o "Endlessly", ma "Kissing the Flames", "Cry for Love" e in particolare la bellissima "Hail of Bullets" fanno la loro porca figura all'interno della discografia degli scandinavi, portando il loro nome ancora una volta sulla bocca di tutti, accando ai già citati Poisonblack e agli immarcescibili HIM.
Unica nota dolente sono le due "ballad", se così le possiamo chiamare, ovvero "Raving Hearts" e "Oblivion:Vision", tracce semi-acustiche in cui la voce di Von Crow si dimostra totalmente inadatta e a tratti realmente fastidiosa, macchiando purtroppo in maniera indelebile il giudizio finale sul disco.

Un disco in chiaro/scuro insomma, come il genere proposto dai To/Die/For ci imporrebbe. Il fatto è che qui ad essere ambigua è la proposta musicale, che va da pezzi molto buoni a pezzi discreti a pezzi pessimi. Una sufficienza piena che sarebbe potuta essere qualcosa di più, senza i due lenti. Un peccato.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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