Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:40 min.
Etichetta:Secret Port Records

Tracklist

  1. HACIA EL ABISMO
  2. TEQUILA Y CERVEZA
  3. LLAMAS
  4. BENDIDA SANGRE
  5. LAS BOLAS SUFICIENTES
  6. NOCHES DURAS
  7. REBELDE SIN CURA
  8. KAIN
  9. MIS CRISTALES
  10. HELLAS

Line up

  • Maximiliano Basualdo: vocals
  • Walter Hernandez: guitars
  • Gustavo Acosta: bass
  • Matias Pena: drums

Voto medio utenti

Qualcuno di mia conoscenza sosteneva che questa formazione fosse greca, basandosi sull’esplicito titolo dell’album. Al contrario il quartetto vive molto lontano dal Partenone, addirittura in un altro continente.
I Feanor sono infatti argentini, di Buenos Aires, e rappresentano la versione sudamericana dei tanti emuli di Judas Priest, Saxon, Running Wild, ecc.
Puro hard’n’heavy diretto ed essenziale, senza tracce di contaminazione. Inevitabile che ciascun brano ricordi questo o quel gruppo classico, con la differenza del cantato ispanico. Una sorta di Baron Rojo più metallici e potenti, anche grazie alla scintillante produzione. Questo, insieme alla traduzione inglese di tutti i testi, suggeriscono la volontà della band di offrire un prodotto internazionale senza rinunciare alle vocals in lingua madre.
Brani tosti, scalpitanti, grintosi, ma anche molto curati negli aspetti melodici. Rimarchevole la prestazione del singer Basualdo, ugola passionale ed imponente, e del chitarrista Hernandez, creatore di riff ed assoli in grande quantità. Spicca l’incalzare di “Hacia el abismo” e “Rebelde sin cura”, il copioso solismo in “Las bolas suficientes”, forse il miglior episodio, ed ancora i toni moderatamente epici della title-track, dedicata ai fans ellenici. Meno centrato il fulmineo simil-thrash “Kain”, ricco di velocità ma avulso dal contesto.
Ce l’hanno messa tutta i Feanor, questo non si discute. Musicisti rodati, affiatati, capaci, songwriting abbastanza vario, intensità e determinazione. Inoltre li trovo simpatici: sia perché supporters del Racing di Avellaneda, non proprio la crema del calcio argentino, sia perché garantiscono a coloro che scaricheranno l’album a scrocco, un grave danneggiamento dei testicoli e l’improvviso insorgere di una bruciante attrazione per persone dello stesso sesso. Un po’ greve, ma sempre meglio della cupa e pallosa serietà di altri.
Eppure, manca ancora qualcosa per imporsi fuori dal mercato locale. Sarà quel pizzico di prevedibilità negli schemi; sarà che ogni canzone pare omaggio ad un big diverso; sarà l’assenza dell’anthem che spacca; ma i pur buoni ingredienti non bastano a superare il livello della prova discreta.
Comunque, gli amanti dell’heavy metal nella sua essenza basilare, troveranno il disco gustoso e degno di accrescere la loro collezione.

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