Pare proprio che il death metal, perlomeno a livello di uscite discografiche visto che le vendite sono ancora ben lungi dal tornare fiorenti come negli anni d'oro di due lustri fa, sia tornato in forte auge soprattutto nella vecchia Europa ed ecco che a ruota di due uscite fuori parametro come il nuovo Napalm Death ed l'incredibile ritorno dei Grave giunge finalmente il primo album dei Bloodbath, progetto di "superstar" messo su da Dan Swano e Mikael Akerfeldt, rispettivamente ex Edge of Sanity e cantante degli Opeth, e supportato da Anders Nystrom e Jonas Renske dei Katatonia. Il primo Ep intitolato "Breeding Death" aveva dato nel 2000 un forte scossone ad una scena quasi sepolta ed addormentata, riportando alla luce un feroce death metal primordiale di scuola statunitense pesantemente ispirato alla old school degli anni '80. Finalmente arriva il full lenght ed è onestamente capolavoro: atmosfere cupe e malate come al tempo di "Scream Bloody Gore", una registrazione non impeccabile ma che "rende" bene, brani assolutamente entusiasmanti con una prestazione vocale di Akerfeldt davvero sopra le righe, un songwriting davvero eccezionale, triste e malinconico che incastona a perfezione partiture melodiche e strazianti in basi death metal davvero letali e pesantissimi, soprattutto nei brani più lenti e cadenzati. "So You Die", "Mass Strangulation", le stupende "Death Delirium" e "Cry My Name" non sono altro che tre episodi di un intero platter che lascia senza fiato, che ci fa guardare indietro al passato, che segna un altro perfetto ritorno del death metal più puro ed efferato, volutamente rozzo e minimale ma con la grazia e la classe di questi signori musicisti. Assolutamente indispensabile per ogni fan del death metal anni '80, ammesso che ce ne siano ancora in giro...
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