Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:50 min.
Etichetta:Quality Steel Records

Tracklist

  1. RESIST TO REBUILD
  2. THE LIQUID EVERYTHING
  3. THREE KINGS
  4. THE ART OF THE SUN
  5. SKYWARDS WE FLY
  6. HERETIC SOULS
  7. PSYCHOTIC KINGDOM
  8. DYING RACE DOMAIN
  9. IN CIRCLES FOREVER
  10. REFLECTIONS

Line up

  • Arne Laßen: bass, vocals, piano
  • Patrick Wassenberg: guitars
  • Nicolas Becker: drums
  • Yannick Becker: guitars
  • Martin Wittsieker:vocals

Voto medio utenti

Mai e poi mai avrei detto che questi Harasai fossero tedeschi.

Il suono di questa band, giunta con Psychotic Kingdon al secondo lavoro, è infatti assolutamente svedese, della scuola di Gotheborg per la precisione, stiamo quindi parlando di swedish death metal. Un tributo al loro sound preferito? Dei semplici cloni? Non ci interessa, quello che è importante è la qualità e qui ce n'è tanta!

10 pezzi per immergerci in un turbine sonoro dove i Dark Tranquillity di Damage done, gli In Flames di The Jester race, un po' di Soilwork e gli Edge of Sanity vengono fusi insieme con assoluta maestria. Canzoni che hanno una grande carica ma che sono anche varie e ben strutturate. Parti in blast beat lasciano infatti spazio a delicati arpeggi per poi riprendere con brillanti melodie guidate da chitarre sempre precise anche negli assoli e da un cantato che, anche all'interno del growl, riesce ad essere vario e espressivo.

Un grande passo avanti rispetto al debutto del 2010 che pagava troppo tributo ai loro ispiratori ed aveva parti cantate pulite troppo facilone. Anche in questo Psychotic Kingdom sono presenti minime parti pulite ma non hanno nulla a che spartire con Bullet for my valentine o Killswitch Engage vari, ricordano invece la voce di Dan Swano o Mikael Akerfeldt.. Aleggia anche un leggero animo prog nelle canzoni, nulla di celebrale, semplicemente i riff evolvono, si trasformano e le belle melodie chitarristiche sono alternate magari ad un pianoforte, il tutto con tempi che mutano più volte all'interno dello stesso pezzo.

Dopo un infinità di dischi che negli ultimi anni riprendono sonorità classicamente thrash, dopo un revival settantiano ancora in corso, è giunta l'ora di immergerci nel melodic death metal svedese. Se vi piacciono i gruppi sopra citati andate sul sicuro, questo è un disco che soddisfa appieno gli amanti del genere.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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