Seguo i
RAM praticamente dai loro esordi, quando sottoposero alla mia attenzione il loro primo EP, "
Sudden Impact".
... Nulla da dire: l'effetto "Sudden Impact" non solo è improvviso, ma è di fatto sorprendente. Questi cinque svedesi (da Gothenburg) al loro debutto su un mini CD di 6 pezzi, ti mettono davvero con le spalle al muro. Non si può che parlare di Heavy Metal, quello incontaminato, diretto, con pochi fronzoli.
- Tastiere e cori pomposi? Non c'è ne sono!
- Voci femminili e aperture sinfoniche? Nemmeno!
- Growl, screaming vocals ed ammiccamenti ai Depeche Mode? Figuriamoci!!
- Spade che cozzano, invocazioni magiche o cori zuccherosi? Banditi!
Qui troviamo solo del sano Heavy Metal, senza compromessi, un sound assolutamente priestiano e comunque con chiari riferimenti alla N.W.O.B.H.M. ed ai gruppi che le furono fedeli nel tempo ...Quanto sopra riportato è parte della recensione che buttai giù ai tempi, e devo riconoscere che ancora oggi, a poco più di otto anni di distanza, il tutto calza ancora a pennello per questi
true metallers svedesi.
Il 2012 si è da poco aperto e giunge il momento del loro terzo album, intitolato semplicemente "Death", un lavoro che segue a qualche mese di distanza il singolo "
Under the Scythe", un'anteprima non citata a caso, dato che oltre alla stessa "Under the Scythe", vi aveva trovato posto la cover di "Evil" dei Mercyful Fate, e ora, su "Death", scopriamo che le influenze della formazione danese sembrano aver sopravanzato quelle dei Judas Priest.
Già, "Death..." è un'introduzione dalle sonorità spaziali e psichedeliche, ma nelle seguenti "...Comes from the Mouth Beyond" e "I Am the End" è subito evidente come i suoni si siano fatti meno affilati e più sulfurei, ed anche la voce di Oscar Carlquist non abbia trovato alcun problema nell'adottare nuove sfumature.
Piacciono poi anche la solida e
matura "Release Me", o la malinconia di "Frozen", un brano che mi fa pensare ai Black Sabbath di "Heaven and Hell", ma è l'intero album nel suo complesso a farsi apprezzare ed a convincere.
Il guitarwork ed il trotterellare di "Defiant" hanno nel loro DNA qualcosa dei primi Maiden, mentre i Priest ci fanno ancora l'occhiolino da "Flame of the Tyrants", il tutto a confermare come, per quanto si possano spostare gli equilibri delle influenze, il sound dei RAM rimanga inossidabilmente ancorato al Metal degli Eighites.
R.W.O.H.M. at its best.Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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