Copertina 5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:50 min.
Etichetta:Mausoleum
Distribuzione:White 'n' Black

Tracklist

  1. TOXEMIA
  2. HOLLOW PHRASE
  3. KNIGHT ERRANT
  4. M.I.A. MAN
  5. SILENT DANCE
  6. BROKEN FROM BENDING
  7. CALM DESPAIR
  8. THE REVERIE
  9. MOURNFUL RHYMES
  10. WARHORSE
  11. INBORN JESTER
  12. LAST HONESTY

Line up

  • Remko Roes: vocals
  • Niels Kuenen: guitars
  • Harald Te Grotenhuis: guitars
  • Erik Schut: bass
  • Wily Van Haren: drums

Voto medio utenti

Capita a volte di trovarsi tra le mani dischi dei quali viene molto difficile parlare, dei quali, pur dopo successivi ascolti, non si riesce a trovare le giuste parole, adatte a non scadere nel banale e nell'anonimato, svantaggiando il comunque sudato lavoro della band in questione.
Prima di finire allora con le solite frasi del tipo "sezione ritmica presente e coinvolgente" o "guitar riffing puntuale e preciso", affermazioni che da sé mascherano una palese mancanza di argomentazioni per parlare di una album, converrà da subito ammettere che questo Lithium, degli olandesi Wicked Mystic, sinceramente ha lasciato ben poche impronte nella mia mente, nonostante i ripetuti ascolti. Per dovere di cronaca mi ritrovo dunque a parlarne in queste righe e sarà fin qui parso chiaro che quello che emergerà non sarà un giudizio particolarmente entusiasmante e positivo.
I nostri si cimentano in un heavy dallo stampo marcatamente moderno, composto da riff granitici e aggressivi accompagnati da un cantato pulito e melodico, alla quasi forzata ricerca di melodie sempre innovative e mai scontate. Una ricetta che in molti hanno seguito negli ultimi anni, con risultati più o meno convincenti, e che in questo caso risultano di scarsa rilevanza.
Per quanto le idee sembrino non mancare, la qualità è decisamente inferiore rispetto a qualsiasi standard, spesso rovinate da arrangiamenti dell'ultima ora e quasi ovunque vittime di un cantato troppo spesso fuori luogo.
Volendo salvare il salvabile, di aspetti positivi ne emergono durante il difficile ascolto, ma mai sufficienti per poter considerare di valido interesse l'intero album.
Da dimenticare.


Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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