Prendete una giovane band padovana, cresciuta a pane e As I Lay Dying. Fatto? Bene. Ora mescolatela con attitudine punk, qualche ritornello catchy, un po’ di mtv-attitude. Fatto? Bene. Infine, aggiungete un’ottima tecnica agli strumenti ed una produzione dal taglio nordamericano. Fatto?
Benissimo. Dopo questa parentesi alla Art Attack, il vostro Sbranf Mucciaccia vi presenta i
Vault 13, ossia un nome molto, molto promettente in ambito metalcore-melodic hardcore. E fra le mani abbiamo il primo full length della band, “
We All Bleed”, battezzato da una copertina davvero accattivante, ottimo prodromo di quello che si rivelerà essere un album interessante, ben suonato e ben prodotto.
La vera forza motrice dietro “WAB”, secondo chi scrive, è la varietà stilistica dei brani, che riescono a ben destreggiarsi in un saliscendi di melodie e bpm, piazzando qua e là un paio di brani moooolto radio-video-friendly (vedi il primo singolo, "
Your Biggest Mistake", visionabile in fondo alla recensione), ma che in questo caso stanno benissimo nel pacchetto, rendendo anzi il tutto ancor più appetibile. È indubbio che qui non c’è una nota che non sia derivativa, ma stiamo parlando di un debut album di una band che di sicuro ha saputo far propri i capisaldi di un ambito musicale in cui le regole d’oro sono potenza, voce incazzosa/ritornello melodico, riffing pogatorio e look. Bene, ai Vault 13 non manca davvero niente di tutto questo. Salvo, forse, un biglietto per gli States…
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