Negli ultimi 12 mesi vi ho parlato più volte dei Mr. Big tra
recensioni e live
report: ecco alcuni interessanti estratti.
“Se conoscete e amate la band potreste riconoscerne il sound anche a occhi chiusi”
“Io starei giorni seduto ad ascoltare Gilbert e Sheehan che si divertono”
“La parte centrale fa venire mal di testa al solo pensiero della velocità a cui le dita di Billy e Paul si muovono all’unisono”
“Si torna ad apprezzare in pieno la capacità disarmante dei Mr. Big di trarre il massimo effetto possibile dalla semplicità delle linee melodiche dei pezzi”
“Anche in questa canzone, però, Sheehan e Gilbert non perdono occasione per mostrarci come suonano gli alieni”
“Una delle migliori band del globo intero è tornata insieme per davvero, amici”
“Qualche mese di vita on the road deve aver restituito a questi ragazzi la voglia di divertirsi e il piacere di suonare insieme, cosa che traspare da ogni singola nota e che rende ovviamente il concerto molto più gradevole e trascinante”
“Questi signori si sono guadagnati il proprio posticino nella storia”
“Ci sono quattro cose che ti lasciano a bocca aperta quando ti trovi sotto il palco dei Mr. Big: Paul Gilbert, Billy Sheehan, Pat Torpey ed Eric Martin”La recensione di questo nuovo lavoro targato Frontiers potrebbe anche finire qui, perché queste frasi possono valere tranquillamente per qualsiasi cosa provenga dalle mani e dalla testa di questi quattro ragazzoni, ma per dovere di cronaca proseguirò, lasciandovi a un “senza voto” come spesso mi accade commentando i live, soprattutto quelli che non fanno altro che confermare tutto il bene che si è detto delle band che li suonano.
Live From The Living Room merita qualche parola in più perchè si distingue per un elemento di importanza fondamentale: è suonato completamente in acustico. La qualità audio è discreta, ma non eccelsa, mentre la scaletta è incentrata più che altro sull’ultimo lavoro in studio. In questo senso, la scelta della band è stata quella di proporre una setlist molto vicina a quella dei concerti elettrici dell’ultimo tour. Questo cosa vuol dire? Beh, con il repertorio che hanno, i Mr. Big avrebbero potuto scegliere tra decine di ballad e simili da riproporre in chiave squisitamente acustica. Tuttavia, una scelta del genere sarebbe stata troppo semplice, quindi via con una scaletta suonata con pulizia disarmante e assolutamente divertente e inusuale. Ma leggendo le mie parole non potete capire fino in fondo cosa si prova ascoltando, ad esempio,
Still Ain’t Enough fatta così.
È l’apoteosi di Gilbert, che spogliato di ogni effetto e distorsione suona con un gusto e una capacità tecnica inumana, mentre intorno a lui tutto risulta perfetto, pulito, bellissimo. Sheehan viaggia come un treno, Torpey stupisce mentre alle prese con del pentolame vario tira fuori una base ritmica che è una sassata nei denti. E poi c’è Martin, che (giustamente ma benevolmente) criticato per le ultime performance in terra italica qui si riprende con autorità il posto che gli compete vicino agli altri mostri con cui ha la fortuna di dividere il palco.
Questo è un album che farà la felicità di chi va sempre a caccia di rarità, ma che è in grado di rappresentare un piccolo regalo anche a tutta la “massa” di fan dei Mr. Big. Non vi cambierà la vita e non sposterà di una virgola il vostro giudizio sulla band, ma ogni tanto sentire qualcosa di un po’ diverso può fare bene. A mio parere un acquisto da consigliare.
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