Con un nome che è tutto un programma (la falsa informazione fornita dai media, specificatamente quella propagandistica messa in atto dal regime nazi/fascista al termine della Seconda Guerra Mondiale), arrivano praticamente dal nulla i
Black Propaganda. Formatisi nel 2007, giungono direttamente al debut album con Nadir Music nel 2011, dopo qualche live interessante e gli immancabili assestamenti di formazione. Devoti alla seconda ondata del thrash metal, quella dominata da gruppi quali Sepultura, Pantera e compagnia urlante, i nostri ci consegnano dieci brani incazzati al punto giusto, rabbia sottolineata in particolar modo da Jacopo Battuello, un novello Phil Anselmo nostrano, leggermente meno dinamico del suo più illustre collega, ma altrettanto incisivo. È evidente, infatti, l’influenza che il nerboruto singer ha avuto su Jacopo, che urla senza sosta nel microfono i suoi testi “ossessionati dal rancore sociale, dall'instabilità e dalla falsità psichica e futile dell'essere umano”, come riporta la bio… Il tutto supportato, ovviamente, da pezzi quasi sempre assestati su ritmi serrati, con riffing in continuo movimento, e sezione ritmica assatanata, ma soprattutto da una sorta di spontaneità di fondo che non guasta mai. Come detto è più facile che incappiate in qualche richiamo ai The Haunted, piuttosto che ai Legion Of The Damned, invece che alla scena storica del genere. Sonorità moderne, quindi, ma, badate bene, senza inconvenienti richiami alla scena metal core (intesa in senso generico, in tutte le sue sfaccettature), fortunatamente. Il quartetto comunque picchia duro, e non lascia spazio praticamente mai a stupidi coretti melodici o a banali arpeggini stucchevoli o ai così detti richiami groove, tanto in voga in questi ultimi anni. Certo nulla di innovativo o eccessivamente personale, però i dieci brani che compongono questo debut si fanno in ogni caso ascoltare con piacere, sempre che vogliate scapocchiare per un’oretta scarsa e scaricare così la tensione accumulata. “Hit the mass”, “About me”, “No prejudice”, la titletrack, sono tutte schegge che vi si conficcheranno nella corteccia cerebrale con estrema violenza, grazie anche ad una produzione potente e nitida, tanto nei suoni di chitarra che in quelli di batteria, il che, tenendo conto che stiamo parlando di un esordio, non è roba da poco. Professionali al punto giusto, se giocheranno bene le proprie carte a livello promozionale, i Black Propaganda potranno tranquillamente ritagliarsi una fetta consistente nel panorama metal nostrano. L’unico consiglio che mi sento di dare è di puntare di più sulle partiture più propriamente thrash, eliminando ulteriormente le tentazioni moderne, sia per quanto riguarda alcuni riff, sia, e soprattutto, per alcuni screaming di Jacopo, che a volte mal si integrano alle sonorità dei brani.
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