Svartsyn - The True Legend (reissue)

Copertina SV

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:Agonia Records

Tracklist

  1. TEARING YOUR SOUL
  2. THE TRUE LEGEND
  3. SNAKE IN THE GARDEN OF EDEN
  4. GHOULHAUNTED FOREST
  5. UNDER THE DEVIL’S MOON
  6. CURSED BLAZE FROM THE CASTLE
  7. SHADOWS PAINTING MY EYES

Line up

  • Ornias: Vocals, Guitar
  • Zoran van Bellegem: Session Bass
  • Baruch van Bellegem: Session Drums, Keyboards

Voto medio utenti

Ammetto che scrivere una recensione di un cd black metal durante il periodo del festival di San Remo ha un suo fascino arcano.

Assodato questo fatto, devo anche dire che l'excursus di cui sopra è anche l'unico dato positivo che trovo in questa release.
Il qui presente "The True Legend" è la ri-edizione del disco di esordio degli svedesi Svartsyn originariamente rilasciato nel 1998 dalla celeberrima (!) Folter Records e in questa occasione rimasterizzato, dotato di una nuova veste grafica e, soprattutto, modificato da intere parti ri-registrate.
Rispetto all'originale che aveva una produzione che definire scandalosa è farle un complimento, il nuovo lavoro ha un suono nitido, preciso e brutale che rende omaggio alle buone composizioni che troviamo al suo interno.

Black metal tipico della scena svedese del periodo, questo è quello che ascolteremo in questo lavoro.
Ritmi forsennati, quindi, chitarre devastanti, una voce, fortemente riverberata, che urla il suo odio verso il mondo, ed una atmosfera infernale.
Niente di più e niente di meno.

Tornando a quanto detto all'inizio, mi chiedo però quale sia l'utilità di questa operazione. Gli Svartsyn sono un buon gruppo, ma certamente non appartengono alla categoria degli imprescindibili e quindi questa reissue, a parte la volontà di tirare su qualche soldo da parte della Agonia Records, non ha davvero motivo di esistere.
Certo il nuovo lavoro, come ricordato, ha una buona produzione e "suona" meglio dell'originale, ma il "fascino" di certi dischi, soprattuto black metal, sta anche nel loro suono primordiale, per quanto questo faccia pietà.
E poi, diciamolo, mica Ornias e soci di turno sono Burzum che può permettersi roba come questa e altro.
Uscita trascurabile a meno che non possediate l'originale ormai introvabile.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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