Da Ravenna, gli
Apagoge hanno attirato le mie attenzione dapprima per il monicker che si sono scelti (ho, infatti, scoperto che
l'apagoge dovrebbe essere una figura retorica utilizzata in ambito filosofico…), ma subito dopo grazie alla loro proposta musicale, che ci hanno qui presentato con il loro secondo demo, composto da quattro nuovi brani, dopo quel "Berserk" realizzato nel corso del 2010.
La titletrack sembrerebbe rivelare un approccio in linea con il classico Power Metal d'estrazione nordeuropea, ma già qui sono evidenti tanto l'interpretazione teatrale ed enfatica messa in atto dal cantante Willy, quanto un songwriting vario ed in grado di aggregare più soluzioni, che vanno dalle prime avvisaglie alle growl vocals sino a passaggi in forte odore di Prog Metal.
Con "Smeagol" gli Apagoge aggiungono un inquietante tocco melodico sul quale si incastrano quegli interessanti break strumentali che ne caratterizzano poi la seconda parte, mentre la successiva "The Wooden Door" rivela un'indole nuovamente aggressiva (con il cantato in growl ancor più presente) che parrebbe quasi volersi ribellare agli evidenti elementi progressive e sinfonici, due aspetti che poi, nella conclusiva "Shadow from the Past", si trovano invece a dover convivere, in un buon equilibrio, nella canzone più melodica del lotto.
Bisogna riconoscere agli Apagoge delle notevoli capacità nel sapere dare vita a brani articolati e dalle diverse sfaccettature, con un'invidiabile scioltezza e senza finire per risultare posticci ed ridondanti, anzi dando prova di avere
almeno una marcia in più.
Un bel passo in avanti... ora aspettiamo i prossimi.
Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?