Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:48 min.
Etichetta:Midsummer's Eve

Tracklist

  1. SATYRICON
  2. LADY OF INVERNESS
  3. THE GREEN MAN
  4. BENANDANTES, MALANDANTES
  5. AWARENESS
  6. BROOMOON
  7. CASTLE OF BAUX
  8. CHILDREN OF THE GODS
  9. THE LITTLE DIVINER
  10. BETWEEN THE TEMPLE'S WALL

Line up

  • Simon Papa: vocals, percussions
  • Marco Strega: guitars, vocals
  • Elena Crolle: piano, keyboards, vocals
  • Morgan Devirgilis: bass
  • Elisabetta Bosio: fiddle, viola
  • Max Gordiani: drums

Voto medio utenti

I MaterDea fanno indubbiamente musica Celtica, per quanto in un contesto Rock, e nel farlo non si dimenticano che esiste anche l'Heavy Metal, più che altro grazie alla chitarra di Marco Strega (che ricordo nelle seminali Trombe di Falloppio), tuttavia il loro approccio su "Satyricon" verte sopratutto sul versante più tradizionale e folkloristico.
Nessun assalto sonoro e niente growling, le linee vocali sono, infatti, melodiche ed accattivanti curate della brava Simon Papa, poetica ed etera nella sua interpretazione della tradizione celtico-medioevale e del tributo danzante alla Natura, ben sostenuta dalle altre due presenze femminili all'interno dei MaterDea, Elena Crolle (pianoforte e tastiere) ed Elisabetta Bosio (violino e viola), con il tutto che si erge da una base Rock che è garantita dalla solida sezione ritmica formata da Morgan Devirgilis al basso e da Max Gordiani dietro la batteria, e dall'elegante ed incisivo guitarwork del già citato Marco Strega.

"Satyricon", che segue a due anni di distanza l'esordio "Below the Mists, Above the Brambles", è un album che andrebbe ascoltato dopo essere già entrati in sintonia con quel feeling di cui è pervaso: una malinconia antica, quasi ipnotica, sia per la voce di Simon Papa sia per il fluire della musica in canzoni come "Lady of Inverness", "Benandantes, Malandantes", la struggente "Awareness" o la conclusiva "Between the Temple's Wall", dove cogliamo Simon Papa e Marco Strega in un toccante dialogo finale. Ma i MaterDea ribadiscono una forte identità anche nei momenti danzanti di "The Green Man" o "Broomoon", e nei brani più elettrici, come la stessa titletrack o "The Little Diviner" nonché nell'episodio più epico ed evocativo, anche nel titolo, "Children of the Gods".

Mille sfaccettature... mille motivi di interesse.

Sicuramente più vicino ai Blackmore's Night, Clannad, Loreena McKennitt o a Branduardi, che a nordici come Finntroll e Korpiklaani o ai teutonici In Extremo e Subway to Sally.

Non per True Metallers... ma nel suo evocare un viaggio nel passato e nella Natura "Satyricon" ha un fascino tutto suo.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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