Non posso certo dire che nutrissi particolari speranze per il comeback dei
Terrorizer dopo sei anni dall'ultimo "Darkest Days Ahead", e l'anteprima di "Subterfuge" non ha fatto altro che confermare le mie modeste aspettative. Tuttavia quando si ha a che fare con una band di culto e autrice di un caposaldo del death/grindcore come "World Downfall" è naturale che entrino in gioco fattori più legati all'affetto ed alla emotività e meno al raziocinio. Lasciamo inoltre per un attimo da parte se abbia avuto senso o meno riesumare i Terrorizer senza Jesse Pintado e concentriamoci esclusivamente sull'aspetto musicale del nuovo
"Hordes Of Zombies": se da un lato fa enormemente piacere che
Pete Sandoval sia finalmente tornato dietro al suo drumkit, dall'altra non possiamo affermare che la qualità di questo disco sia degna del monicker che vediamo in copertina, ma indipendentemente da questo pare evidente come il songwriting sia di basso livello e poco incisivo per una qualsiasi band che si cimenti nel genere. L'ago della bilancia pende sicuramente più sul versante death metal che su quello grindcore ed i brani si susseguono in maniera terribilmente anonima, tra riff di una banalità e moscezza veramente impressionanti (ovviamente in senso negativo) ed una batteria che per quanto ineccepibile (ma sono ben lontani la fantasia e l'estro di Sandoval che ritroviamo su "World Downfall") non può tenere in piedi tutta la baracca. Buona anche la prova vocale di Rezhawk ma qui a mancare sono proprio i brani, che paiono messi insieme senza tanto impegno e come si suol dire "giusto per timbrare il cartellino", dando l'impressione che questa reunion dei Terrorizer sia più frutto della volontà di accodarsi alla sequela di reunion più o meno importanti che continuano a succedersi negli ultimi anni piuttosto che dell'esigenza e la volontà di proporre musica di qualità.
Dopo l'ascolto di "Hordes Of Zombies" viene da domandarsi se questo comeback (per di più senza Pintado) fosse realmente necessario. Noi affermiamo di no, e ci torniamo ad esaltare per la millesima volta sulle note di "World Downfall".
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