Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:55 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. THE ARRIVAL
  2. AVENUES OF MANIPULATION
  3. HOLY… DYING… LIFTING
  4. AWAKENING

Line up

  • Kevin Jones: vocals & bass
  • Sam Dufour: guitars
  • Joel Cyr: guitars
  • Simon C.-Bouchard: keyboards
  • Nick Richards: drums

Voto medio utenti

I canadesi Towards Darkness giungono al secondo disco dopo “Solemn” del 2007. In realtà la band esisteva già col nome The Mass, con il quale aveva pubblicato un disco, dovendo poi cambiare nome per una questione di omonimia.
Il nuovo “Barren” si compone di quattro pezzi per un totale di 55 minuti.
È difficile dare una connotazione precisa al sound della band, questo perché la stessa gioca a confondere, definendosi come il punto di incontro tra il funeral doom finnico di Unholy, Thergothon, Skepticism e Shape Of Despair, e il postcore dei Neurosis.
Il sound della band è sì funereo, nel senso che è lento e marcio, ma ci mette un po’ a carburare. Il primo pezzo, “The Arrival”, ruba le tastiere agli Shape Of Despair, ma non scende nel baratro della disperazione sonora, anzi, essendo piuttosto arioso e magniloquente.
Bisogna aspettare la metà della successiva “Avenues Of Manipulation” per avere apocalisse e desolazione, e anche qualche dissonanza per giustificare l’accostamento ai Neurosis (accostamento oltremodo forzoso a dir la verità).
Ciò che si può imputare, come principale difetto, ai Towards Darkness, è la mancanza degli stilemi classici del genere. Voglio dire, se avessero messo un po’ da parte la balzana idea di scimmiottare i Neurosis, e avessero rallentato e reso più oscuro il loro sound, avrebbero sicuramente realizzato un prodotto migliore dal punto di vista degli obiettivi prefissati.
L’impressione è che la band nell’incertezza sulla direzione da intraprendere si sia persa per strada.
Alcune volte si intuisce l’incapacità della band di creare il sound voluto e sperato. Faccio riferimento alle parti strumentali in cui arpeggi di chitarra acustica e tastiere vorrebbero creare atmosfere desolate e desolanti. La band ci prova, ma gli Shape Of Despair o i Tyranny sono lontani anni luce. Senza contare la mancanza di cattiveria nelle parti più dure.
Per citare gli immensi Type O Negative, la band dovrebbe essere ancora più “slow, deep and hard”.
Non tutto è male, questo è chiaro, le aperture di chitarra supportate dalle tastiere rimettono un po’ le cose a posto.
In definitiva questo “Barren” pur mostrando alcune qualità della band non colpisce il segno, e i nomi citati sono ancora mete lontane per i Towards Darkness.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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