Copertina 7

Info

Anno di uscita:2012
Durata:53 min.
Etichetta:Spinefarm Records

Tracklist

  1. NO FRIENDLY NEIGHBOUR
  2. NO PLACE LIKE HOME
  3. I SEE LIGHTS
  4. BRIGHT AS A FIRE
  5. SAVAGE WORLD
  6. TORTURED TONE
  7. WHITE SHEET ROBES
  8. AS TEARS COME FALLING FROM THE SKY
  9. AWOKEN BROKEN
  10. SEARCH FOR BLISS
  11. SNAKE LADDERS
  12. MIRROR AND THE MOON

Line up

  • Mikee Goodman: lead vocals
  • Adrian Smith: guitars, bass, vocals
  • Dan "Loord" Foord: drums, percussion
  • Abi Fry: viola
  • Tarin Kerry: backing vocals

Voto medio utenti

Degli Iron Maiden il musicista che meno mi stupisce vedere alle prese con un progetto parallelo è proprio il chitarrista Adrian Smith, dato che già diversi anni fa diede prima vita agli A.S.a.P e poi agli Psycho Motel.
Eccolo così cercare nuovamente gloria al di fuori degli Iron Maiden con i Primal Rock Rebellion, nati dalla sua collaborazione con il cantante Mikee Goodman, già frontman di quei SikTh che avevano realizzato un paio di album nella prima metà del 2000. Al loro fianco, oltre a diversi ospiti, troviamo un altro musicista proveniente dai SikTh (che, dopo una lunga pausa sembrano in procinto di tornare in pista), nella figura del batterista Dan "Loord" Foord.

"Awoken Broken" è uscito, almeno nel vecchio continente, proprio nel giorno del cinquantacinquesimo compleanno di Smith (il 27 Febbraio), difficile quindi che se ne scordi e niente di più probabile che questo album possa avere un seguito. E non sarebbe nemmeno una brutta idea, in quanto permetterebbe alla ditta Smith & Goodman di mettere meglio a fuoco la propria proposta musicale lasciandosi alle spalle quelle esitazioni che si possono percepire su un album dove i Primal Rock Rebellion si rendono autori di un Hard & Heavy moderno che flirta con il Progressive, il Nu Metal, l'alternative... e parecchie altre soluzioni.

Il disco parte decisamente bene, con la dirompente "No Friendly Neighbour", per perdere il passo con la debole ed incostante "No Place Like Home" (uscita già come singolo e per la quale è stato realizzato pure un video). Lascia un po' interdetti anche la seguente "I See Lights", dove sembra quasi di incrociare un Alice Cooper più incazzato ed alienato del solito a passeggio con i Led Zeppelin, suona invece decisamente meglio centrata "Bright As a Fire" con quel suo andi strascicato (un po' alla Tom Waits) e sofferente che ce la segnala come uno degli episodi più interessanti del lotto.
Decisamente più energica e frenetica (forse pure troppo nel coro) si rivela "Savage World, mentre su "Tortured Tone" si abbassano nuovamente i ritmi con il comunque versatile Goodman che sembra giocare a fare il novello (beh... magari un po' più isterico) Robert Smith, e non mi riferisco ad un fantomatico cugino del chitarrista (che per questo album ricopre anche il ruolo di bassista) dei Maiden, ma al cantante dei The Cure.
Nel senso di quell'alternanza che sembra fungere da linea guida per i Primal Rock Rebellion, "White Sheet Robes" torna a spingere sull'acceleratore, quindi una cupa intro narrata ("As Tears Come Falling from the Sky") ci introduce all'aggressiva e modernista (non stonerebbe nel repertorio dei System of a Down) titletrack. "Search for Bliss" è un altro degli highlights ed ha dalla sua un azzeccato tocco melodico che affiora mentre si corre sul filo del rasoio incontro ad una schizofrenia che ricorda (ok... vagamente) i Faith No More. Peccato poi per "Snake Ladders" che sfila via nell'anonimato, ed infine troviamo ancora l'introversa "Mirror and the Moon" che, con le sue chitarre acustiche, mette in mostra un bel feeling con il quale ci congediamo dai Primal Rock Rebellion.

Un esordio sorprendente, nel senso che a sorpresa non batte sentieri dal facile riscontro commerciale, ma esplora territori impervi, sicuramente distanti anni luce dall'universo dei Maiden, e, relativamente alla carriera solista di Adrian Smith, anche dagli A.S.a.P. mentre qualche accostamento agli Psycho Motel ci potrebbe pure stare.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 mar 2012 alle 14:24

Bella prova di coraggio per Adrian Smith!Ha abbandonato l'Hard rock melodico degli asap per martellarci le precchie con delle mazzate metalliche che uniscono il metal classico anni 80 e quello moderno di stampo americano!

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