Graditissimo ritorno, dopo tre anni di quiete, per i teutonici Jaded Heart, band da sempre dotata di un grandissimo gusto musicale. La sesta release della band capitanata dall'ex Bonfire Michael Bormann, racchiude tutta l'esperienza, la classe e la tecnica che questa band è riuscita a conquistarsi nel corso della loro trediciennale carriera. Non penso che sia un caso che le prime cinque songs di 'Trust' siano una serie micidiale di bombe sonore... è come ricevere una serie di schiaffoni che ti fanno perdere il senso della realtà e ti rincoglioniscono per diversi minuti. Nel dettaglio, lo spettacolo parte con 'Anymore', 'Feels Like Home' ed 'Healer', tracks che rappresentano tutto quello che l'Hard Rock melodico deve possedere: potenza, impatto, pomposità (quanta meravigliosa dimostrazione di grandezza!), coralità, pienezza, epicità, ritornelli straripanti, ottimi soli e quel velo di sofferenza che rende tutto più granitico... se poi si aggiunge quel tocco AOR che innalza ulteriormente la qualità della composizione, si arriva a livelli eccelsi, come in questo caso. 'Burning Heart' allenta un pochino la presa, innestando substrati lievemente più romantici, per poi passare il testimone alla straziante 'If I Lose', ballad dal sapore amaro, cantata con un trasporto talmente coinvolgente dal singer Bormann, sempre pronto a stupire con il suo timbro caldo e ruvido, da trasmettere brividi, come solo le grandi voci sanno fare (leggi Coverdale et simili). La titletrack 'Trust' esplora la vena più rocciosa ed al contempo melodica della band tedesca, seguita dalla song più spensierata del platter, 'Masquerade', dal climax ascendente e dall'ottimo lavoro di chitarra. Con 'Let It Rain', 'Love Is Magic' e 'Sweet Summertime' affiorano prepotentemente le componenti più Classic Hard Rock a stelle e strisce della band tedesca (la prima assume connotati vicini ai Poison del periodo più hard, la seconda ricalca il classico lentone strappamutande/dramma bonjoviano e la terza ritorna ancora sui Poison, ma stavolta dalla parte gospel). Il finale del platter è ancora tutto in ascesa, con la carichissima 'Hating You', dal chorus fiero e trascinante, 'Jaded' dal guitar riffing ruvido e ruggente, per concludere con 'Give It Back', una splendida ballata ove piano e voce lasciano il segno di mille frustate, prima di esplodere in un finale epicissimo, ove gli intrecci tra le chitarre sono degni dei migliori Iron Maiden.
Senza dubbio, album strepitoso.
N.B. Avete presente l'effetto che 'Burning Heart' o 'Eye Of The Tiger' dei Survivor provocano ancora oggi nell'immaginario collettivo? Bene, tale effetto lo ritrovate nelle songs di 'Trust'... non mi stupirei troppo se nel prossimo film di Stallone sentissi 'Anymore' o 'Feels Like Home' nella colonna sonora.
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