Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:39 min.
Etichetta:Metalapolis Records

Tracklist

  1. HOW IS ELVIS
  2. HEY MAMA
  3. WHEELER DEALER
  4. HIGH HEELS, HOT WHEELS
  5. SUNDAY MORNING
  6. MAD TRAIN
  7. KEEP ON KEEPIN’ ON
  8. LOVE AND DIVINE
  9. SOUL STEALER
  10. STAND UP

Line up

  • Husty: vocals, tambourine
  • Paul: guitar, vocals
  • Ze: bass, vocals
  • Frank: drums, vocals, percussion

Voto medio utenti

Lo devo confessare … ho chiesto di occuparmi del secondo albo dei rebelHot dopo aver appreso della loro ammirazione per i Cry Of Love (tra l’altro Jason Patterson è stato special guest del debutto dei nostri …), certo che chi aveva il buongusto per apprezzare gli autori del fenomenale "Brother" non “poteva” fallire.
Ebbene, chiamatelo “istinto” o casualità, per una volta una valutazione epidermica e un po’ infantile ha avuto una piena conferma alla prova dei fatti.
Sarà anche perché certi suoni bisogna giudicarli “a pelle”, abbandonando parametri ispirati alla pura logica, quella, cioè, che potrebbe indurre a considerare “Uncomfortableness” l’ennesima testimonianza di una scena rock n’ roll in piena crisi di nuovi stimoli creativi.
La verità è che per seguire in maniera credibile e costruttiva sentieri già percorsi da grandi interpreti del rock blues settantiano, tra impareggiabili Maestri (Free, Little Feat, Humble Pie, James Gang, …) e valorosi epigoni (Badlands, Burning Tree, The Black Crowes, The Temperance Movement, …), ci vogliono, oltre ad un’adeguata preparazione tecnica, molta passionalità, secchiate di talento e la capacità innata di generare fiotti imponenti di tensione espressiva … in una parola, tanta attitudine.
Tutta “roba” che risiede copiosa nei solchi di questo pregevole full-length, dove si combina in maniera precisa con una notevole qualità nel songwriting, assai “rigoroso” e tuttavia incapace di istigare fastidiosi effetti déjà entendu.
La bella voce ruvida e “alcolica” di Husty (con un pizzico del mitico Bon Scott nell’impasto timbrico), l’emozionante chitarra Hendrix-iana di Paul e la pulsante sezione ritmica gestita da Ze e Frank contribuiscono, ovviamente, in modo decisivo a una raccolta di ottime canzoni, intense e polverose, scalcianti e avvolgenti, calde e viscerali.
Difficile scegliere le migliori del programma … forse la spigliatezza di “How is Elvis“ e “Sunday morning”, gli accenti R n’B di “Wheeler dealer”, le avviluppanti scansioni hard-blues di “High heels, hot wheels” e poi ancora l’ardore “sudista” di “Keep on keepin’ on” e la ballata “Love and divine”, hanno “qualcosa” in più delle altre, ma è necessario altresì rilevare come il flusso del feeling non s’interrompa mai durante l’intera durata dell’opera.
Ah, un’ultima considerazione … i rebelHot sono italiani, e il fatto che mi stessi quasi dimenticando di evidenziarlo ratifica solo un assioma di cui sono sempre più convinto … ci sono cose, nella musica, che oltre ad essere “senza tempo” sono pure completamente “senza confini”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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