Correva l'anno 1993.
Un giovane Graz, quasi maturando, comprava fanzines e riviste, ascoltava programmi metal alle radio romane (RIP grande
Baffo con
Metal Massacre, ma anche
Brutal Noise del grande capo
Cristiano Borchi,
Metal Graffiti di
Veleno,
Visioni Underground con
Marcello D'Urso, il
Fuzz Fuzz a
Overdrive...ce n'erano tantissime!), videoregistrava dalla TV ogni video di
MagicTV che il martedì ed il venerdì dalle 21 alle 23 trasmettevano non stop tutti video metal con il grande
Gianluca Belli (se non erro...mai più visto o saputo nulla di lui!) e anche sulle emittenti nazionali, precisamente su
RadioRai1, c'era
Rumore del grande
Claudio Sorge che, udite udite, a suon di
Malevolent Creation, Shub Niggurath, Brujeria e Dark Millennium sollazzava l'etere nazionale: da non crederci.
I locali romani, come il
Circolo degli Artisti, ancora dietro Piazza Vittorio o il
Frontiera in Via Aurelia pullulavano di eventi, specialmente nel sottobosco dell'estremo, death e black metal in primis: oltre ai grandi nomi europei e statunitensi la qualità e la diffusione dell'underground italiano erano ormai inarrestabili e si susseguivano concerti memorabili che rimarrano scolpiti per l'eternità nella memoria dei fortunati presenti:
Sadist, Alligator, Detestor, Cenotaph (a dire la verità questo è da dimenticare...),
Desecration, Insidia e tanti, tantissimi altri.
Tra tutte le grandissime formazioni di allora solo una, una solamente, non riuscii a vedere live tra tutte quelle che mi interessavano e che mi avevano sconvolto positivamente con un disco pazzesco: i bolognesi
Electrocution con il loro "
Inside the Unreal", un'opera che dopo 20 anni non ha perso un'oncia del proprio valore, ma che anzi si è arricchita ed impreziosita, come dell'ottimo vino invecchiato, e che oggi viene finalmente ristampata dalla
GoreGoreCords per dare modo a tutti i vecchi aficionados ma anche ai giovani virgulti del marciume di possedere una gemma sì preziosa: una sfuriata death metal US style con una produzione logora quanto efferata, chitarre che brasano via brandelli di carne come fossero rasoiate, assoli fulminei e taglienti, una sezione ritmica devastante e per finire il growl bestiale di Mick Montaguti, anche alla chitarra, a suggellare il tutto.
Peccato che la band si sia auto-distrutta poco dopo, cambiando direzione, impelagandosi con roba alla
Cynic, prima per dare luogo ai
D-Form, troppo imborghesiti ed "improgghiti", poi quella storia di
Guadagnoli nei
Sepultura, poi gli Addiction96 mah!!!... tutte faccende che non hanno portato da nessuna parte, abbandonando e distruggendo con le proprie mani quella che poteva essere una carriera, certamente di nicchia, davvero luminosa.
Che peccato!
Ma ci rimane il fantastico "
Inside the Unreal": ogni brano, ogni riff, ogni dettaglio, sin dal logo a dir poco esemplare per una band death metal, le foto, il look, la copertina!!! Ogni cosa che riguardi "Inside the Unreal" è un'icona del movimento, di quegli anni, di quel genere musicale tutto.
"
Premature Burial", "Rising of Infection", "Growing Into the Flesh", "They Died Without Crosses", "Under the Wings Only Remains"... ma come si fa, qui vanno citate tutte e 10, non c'è un cedimento, non una banalità o incertezza: dieci capolavori dieci, come i dieci morsi del Cucciolone, uno dietro l'altro ed uno meglio dell'altro, sino alla conclusiva e leggendaria "
Bells of the End" che sancisce in maniera definitiva e sempiterna questo disco come uno dei migliori episodi death mai scritti non in Italia, non in Europa, ma NEL MONDO e nella storia della musica.
AMEN.