Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2004
Durata:57 min.
Etichetta:Limb
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. DANCER OF THE STORM
  2. HOLD ME TIGHT
  3. IF I COULD TURN BACK TIME
  4. MIDNIGHT CALL
  5. HOLD ON
  6. SILENT FACES
  7. DREADFUL SIGNS
  8. SET ME FREE
  9. RIDING ON THE WIND
  10. REALMS OF TOMORROW

Line up

  • Babis Alexandropoulos: vocals
  • Manolis Tsigos: guitars
  • Thimios Krikos: guitars
  • Antonis Mazarakis: bass
  • Terry Moros: drums

Voto medio utenti

Questi sorprendenti InnerWish arrivano dalla Grecia e incidono il loro secondo album "Silent Faces" a parecchi anni di distanza dal loro debutto "Waiting For The Dawn", uscito addirittura nel 1998. Diversi problemi di formazione li hanno certo danneggiati, ma ora le cose sembrano aver ripreso a girare per il verso giusto, come testimoniano il contratto raggiunto con la Limb Music e i risultati raggiunti da questo album. Un Heavy Metal dal suono molto classico, con un marcato feeling melodico. Molto positiva la prova del cantante Babis Alexandropoulos, il quale talvolta mi ha ricordato Folco Orlandini (senza però avere la stessa potenza del singer dei Mesmerize), anche a livello compositivo gli InnerWish non sono mai banali e ripetitivi. A livello di paragoni si possono citare i Warlord, Queensryche, Jag Panzer e, inevitabili direi, Iron Maiden. Scorrendo la tracklist, il primo brano in cui si incappa è "Dancer Of The Storm", canzone dalle atmosfere retrò, rese tali sopratutto dai riffs di chitarra e dalle linee vocali. Non che le seguenti "Hold Me Tight" o "Midnight Call" abbiano ambizioni moderniste: brani ancorati alla tradizione, un approccio in cui ritrovo qualcosa (non certo il suono possente) degli Evil Dream e dei già citati Mesmerize (non così maideniani). Su "If I Could Turn Back Time" forse la prestazione migliore di Babis Alexandropoulos, bravo nell'interpretazione e a dare enfasi all'ottimo refrain, un brano peraltro ben sottolineato dalle chitarre di Manolis Tsigos e Thimios Krikos. I momenti più epici prendono corpo su "Hold On" dove poi esplodono nel refrain, anche se la parte migliore è rappresentata dal crescendo strumentale e relativi assoli di chitarra che anticipano un cantato soft, dai connotati più Hard Rock che Metal. Notevole il lavoro compositivo alla base della titletrack, che si segnala come la canzone più articolata e nervosa dell'album, molto ben interpretata e che merita davvero di essere ascoltata. Non mostrano cedimenti nemmeno "Dreadful Signs" (vagamente più progressiva), "Set Me Free", e "Riding on the Wind", che dopo un inizio tranquillo acquista un dinamismo che fa una delle cose più riuscite dell'album. Qualche battuta a vuoto invece nella conclusiva "Realms Of Tomorrow", dove non sembrano trovare il giusto approccio (avrei gradito una maggior cattiveria) al pezzo.
Comunque un lotto di belle e godibili canzoni, musicisti preparati, eppure a chiudere alla perfezione il cerchio manca qualcosa. Gli InnerWish non sempre riescono a creare quell'impatto che avrebbe fatto di "Silent Faces" un signor disco. Sarà stata la tensione di avere dopo tanti anni una seconda occasione, la paura di strafare o che altro... non so davvero spiegarmelo, ma nulla mi toglie dalla testa che avrebbero potuto fare ancora di più.
Lo faranno certamente alla prossima occasione.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.