Quartetto d’archi con un look in stile vittoriano/steampunk con una spruzzata dark su cui aleggia una ricercata aura di mistero sapientemente costruita, poco si sa anche delle componenti che non si sono sciupate tanto in fatto di presentazioni volendo mantenere celate le loro vere identità. Il loro è un gioco di seduzione basato su un’accesa sensualità intrisa di arcani e di dualismi. Le vedrete quest’anno in giro a supporto dei Nightwish.
Con
A Night in Strings ci propongono un album di cover, o meglio ri-arrangiamenti in chiave classica; dal punto di vista dell’esecuzione nulla da eccepire, perfetta e armoniosa, molto piacevole nonostante i titoli che leggete qui a fianco; sono riuscite a esprimere al meglio l’annunciata malinconia e romanticismo nonché le loro potenzialità.
Il problema è che la loro musica, al momento, non ha niente che possa ricondurle al mondo del metal. Nonostante quest’ultimo e la musica classica abbiano spesso intrapreso percorsi comuni con risultati talvolta eccelsi, questa volta il punto di incontro non lo si trova.
L’argomento cover ha sempre diviso tutti: per molti è un ottimo modo di presentarsi, per altri solo del tempo perso a meno che non si tratti di veri e propri tributi. Fatto è che prima o poi ci cascano tutti, quindi non stiamo a sindacare su questo. E poi ricordo un gruppo di finlandesi armato di violoncelli che hanno costruito la loro fama proprio partendo da un album di cover dei Metallica, quindi cosa esclude che un giorno sentiremo parlare anche di queste ragazze?
Quanto alle loro proposte qualcosa da discutere c’è. Bene la scelta di una colonna sonora, passino anche i Depeche Mode… ma dico io, mie care fanciulle, perché sprecare cotanto talento violentando i vostri sublimi strumenti con brani di Lady Gaga o Justin Timberlake???
Dai, ci rivediamo in futuro magari con qualche vostro lavoro più adatto alle nostre pagine!
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