Copertina 6

Info

Anno di uscita:2004
Durata:75 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. INTRO
  2. HOT CHERIE
  3. LIFE'S A BITCH
  4. EVERYTHING
  5. FACE THE NIGHT
  6. TAKIN' ME DOWN
  7. WEIGHT
  8. IN THE HANDS OF TIME
  9. ONLY A NIGHT
  10. I'LL BE THERE
  11. DRUM SOLO
  12. RHYTHM FROM A RED CAR
  13. KEYBOARDS SOLO
  14. DR. LOVE
  15. HYPNOTIZED
  16. ONLY A NIGHT (ACOUSTIC)
  17. MERCY

Line up

  • Johnny Gioeli: vocals
  • Joey Gioeli: guitars
  • Josh Ramos: lead guitars
  • Bob Burch: bass guitar
  • Micheal T. Ross: keyboards
  • Bob Burch: drums

Voto medio utenti

Anno di grazia 1992: gli Hardline, con una line-up che vede la presenza di musicisti del calibro di Neil Schon e Deen Castronovo, per i quali non credo siano necessarie ulteriori presentazioni, regalano a tutto il popolo fanatico di rock melodico, un piccolo grande capolavoro intitolato "Double eclipse", disco che ha anche il merito di rivelare il grande talento di Johnny Gioeli, vocalist di enorme spessore artistico, che impressionerà, con le sue qualità, Axel Rudi Pell, tanto da garantirgli una fortunata collaborazione (da "Oceans of time" in avanti), sostituendo nella band del chitarrista teutonico un "certo" Jeff Scott Soto. L'esordio ha grande successo, scalando le classifiche specializzate di tutto il mondo, ma, nonostante ciò, la band sarà molto presto costretta a sciogliersi travolta dall'arrivo del "fenomeno" grunge. Esattamente 10 anni dopo, gli Hardline ritornano sulle scene con "II" e una formazione decisamente rinnovata: fuori Schon e Castronovo e dentro Josh Ramos (The Storm, Two Fires) alla chitarra e Bob Rock (Nelson, Vinnie Vincent's Invasion) alla batteria; l'album è ancora una volta entusiasmante, riuscendo nell'impresa di modernizzare lo stellare class rock del debutto, rendendolo più potente e talvolta aggressivo, senza però perdere un'oncia del flavour melodico e del sound sontuoso tipico della band californiana. E veniamo a questo cd dal vivo (uscito anche in versione DVD), registrato nel giugno del 2002 durante il prolifico "Gods festival" inglese (la stessa manifestazione ha prodotto altre due uscite discografiche targate Harem Scarem e J.S. Soto), nel quale vengono eseguiti quasi tutti i brani del fortunato debutto e sole tre tracce dal più recente follow-up. Non si è trattata sicuramente di una delle migliori performance del gruppo dei fratelli Gioeli, danneggiata forse da problemi tecnici o dal mancato sostegno del pubblico, che, probabilmente esausto dopo una giornata di concerti (i nostri iniziano a suonare all'una del mattino), risulta essere piuttosto freddino e scarsamente coinvolto. Stranamente è proprio l'aspetto vocale ad essere il più deficitario; ma credo che questo sia maggiormente imputabile ai tre coristi che supportano la band sul palco, assolutamente non all'altezza (in un genere nel quale le costruzioni armoniche, per esempio nei chorus, sono invece assolutamente fondamentali), che non allo stesso Gioeli, il quale, pur non essendo al top della forma, riesce ad offrire in ogni caso una prestazione più che dignitosa.
Il resto della band svolge il proprio compito in maniera abbastanza soddisfacente, con il solito Ramos in evidenza; ma perché ostinarsi ad includere nei dischi live degli assoli (peraltro non male quello di batteria, assolutamente trascurabile quello di tastiere eseguito da Micheal T. Ross) decisamente superflui? Highlights del disco sono sicuramente il trittico iniziale "Hot cherie", "Life's a bitch", "Everything", la maggiormente hard "Weight" e la splendida ballad "In the hands of time", mentre i già citati problemi vocali raggiungono il loro apice in "Face the night" e rovinano anche l'ottima "Only a night", che fortunatamente viene riproposta, riservandogli il trattamento che merita, in versione acustica nelle bonus in studio incluse in questo platter, che vedono anche una rocciosa "Hypnotized" dal groove contagioso e una buona interpretazione del singer e la ballad zeppeliniana "Mercy". Un live decisamente interlocutorio ma che, se non altro, ha il pregio di essere molto "vero" (non che sia una grandissima consolazione), in quanto sicuramente non ha subito nessun trattamento di overdubs da studio - come spesso accade -, per una band comunque di grande livello, che però in questo caso non è riuscita a dimostrare completamente tutto il suo innegabile valore.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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