La storia dei Britny Fox ha inizio nell'estate del 1985, anno in cui Dean Davidson insieme all'ex-Cinderella Michael Kelly Smith decide di dare vita alla band che 4 anni più tardi pubblica il presente "Boys In Heat", secondo capitolo discografico della formazione di Filadelfia. Dopo un primo demo "In America" del 1986, i Britny Fox raggiungono il prestigioso deal con la Columbia Records, per la quale esce il disco che li ha lanciati verso il successo, l'omonimo album del 1988, il quale può vantare la cifra considerevole del milione di copie vendute nonché segnare la consacrazione di una band che difficilmente in seguito fu in grado di raggiungere i livelli stellari della stagione 1988/89. Il duro compito di non deludere le aspettative e mantenere la band sugli altissimi livelli del predecessore spetta proprio a "Boys In Heat", il presente lavoro recentemente ristampato dalla Bad Reputation con l'aggiunta di 3 bonus tracks, un ricco booklet con breve biografia e tutti i testi delle tracce presenti. Benché non eccessivamente inferiore rispetto all'esordio, "Boys In Heat" riesce a vendere soltanto la metà delle copie andate a ruba solo 1 anno prima e nonostante i diversi tour in compagnia di Joan Jett, Great White e Alcie Cooper, di lì a poco lo stesso leader e voce della band "Dizzy" Dean Davidson abbandona i Britny Fox per dedicarsi a un nuovo progetto, i Blackeyed Sun. "Boys In Heat", per dichiarazione stessa di Smith è un album che segna una maturazione rispetto al sound e allo stile dei Britny Fox dei primi anni, intenti a ricercare l'aggiunta qualcosa in più nella propria musica ma senza perdere il trademark che così tanto successo ha riscosso fino a quegli anni. A ciò si accompagna un primo cambiamento di look voluto dallo stesso Davidson che porta molti fan della band, tanto affezionati all'immagine della stessa, a presagire anche un cambiamento musicale che poi effettivamente non si è manifestato in maniera sostanziale nel presente album. Tutti questi fermenti non sono altro che il preludio all'abbandono di Davidson e il conseguente calo di notorietà di una band forse lanciata troppo presto nel music business in un ruolo non proprio confacente le modeste ambizioni dei Britny Fox, quelle di suonare e divertirsi con il proprio hard rock. Venendo al contenuto di questo album, la band come anticipato non si discosta di molto dal proprio suond, un incrocio tra Poison e Cinderella accostabile al sound di Ratt o anche Bon Jovi del periodo migliore, unendo in una miscela divertente ed esplosiva tante melodie, una voce graffiante e incisiva, un'attitudine scanzonata e festaiola, con l'unico intento di divertire e divertirsi. "In Motion", "She's So Lonely" o "Shine On" sono tra gli episodi più entusiasmanti col loro carico di energia e positività in grado di mettere in pochi istanti il buon umore e spingere ad alzare sempre più il volume dello stereo. Le 13 tracce, tra le quali figura l'originaria cover dei Nazareth di "Hair Of The Dog", si assestano tutte sullo stesso livello, non un disco da strapparsi i capelli ma al quale non si rifiutano ripetuti ascolti, soprattutto oggi per poter respirare nuovamente quell'atmosfera e quell'aria che ben presto venne a mancare nel mondo dell'hard rock americano fino all'inabissamento. Tra le bonus track troviamo "Girlschool" e "Long Way To Love" tratte dal debut album seguite da una "Livin' On The Edge", parte della colonna sonora di Eagle II del 1988. Per i nostalgici rockers degli anni d'oro del tipico sound made in USA, un elemento che non può di certo mancare nella propria discografia, oggi ancor più facilmente reperibile grazie a questa ristampa.
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