Ero stato davvero troppo stretto dando 7,5 al predecessore New Religion, tanto che ora il 7 a questo Riot Avenue un po’ stona. Stona come il cambio di registro dei
Crazy Lixx, che invece di venire fuori alla grande con un discone (devo essere sincero, mi aspettavo qualcosa di clamoroso) incappano in un mezzo passo falso rimanendo incartati in brani che faticano sempre e comunque a decollare.
Intendiamoci: niente scandali e niente lacrime, qui si tratta comunque di hard rock di buona fattura, ma l’esplosione di colori e gioia degli esordi un po’ si è spenta. Tutto l’amore per gli anni ’80, che tanto faceva bene al sound della band, pare essersi dissolto in un mare di distorsione e di cattiveria che mal si sposa con le aspettative degli ascoltatori. Sembra che tutta la cura verso l’efficacia dei brani, verso i refrain, verso i riff sia stata messa da parte a favore della necessità di sfornare al più presto un nuovo disco e sperare nel miracolo.
Davvero un peccato, ragazzi miei. Il mio consiglio è quello di dargli un ascolto preliminare, perché se vi aspettate i “vecchi” Crazy Lixx questo album non vi soddisferà. Certo, non posso negare che in fin dei conti siamo davanti a un disco più che sufficiente, ma la delusione dopo ripetuti ascolti è realmente tanta.
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