Gli americani Vehemence giungono al loro terzo full-lenght, il secondo su Metalblade. La band dell'Arizona suona un death metal a tinte fosche, ricco di melodie oscure che donano un mood doom/gothic notevole al disco. Il qui presente "Helping The World To See" è un disco ricco di fascino, brutale solo come il death americano sa essere, ma allo stesso tempo melodico come talune swedish bands, con architetture che rimandano al death/doom europeo per vie di certi rallentamenti cadenzati, i quali però sovente si alternano con sfuriate molto potenti. I due cantanti spesso duettano, ad esempio in "You Don't Have To Be Afraid Anymore", creando una discreta miscela di growls e screams senza soluzione di continuità. Notevole è anche il lavoro del batterista, il quale lascia intravedere la sua propensione per le parti più brutali e veloci. La band nel complesso mostra di avere anche ottime qualità tecniche, riuscendo in taluni frangenti a suonare quadrati e matematici, come in “What Could Go Wrong”. "Alone In Your Presence" è una strumentale quasi totalmente acustica, la quale introduce alla guerresca e brutale "Spirit Of The Soldier". Quello che colpisce dei Vehemence è la loro bravura a fondere insieme e a rendere indissolubili la brutalità e la melodia, le quali diventano un tutt'uno. Se però mi è concesso, la cosa più bella di questo disco è la sua copertina, opera di un mito del genere, ovvero quel Wes Benscoter autore di alcune delle più belle copertine in ambito metal. Tra le altre cose il disco ha una ricca parte multimediale, con info, photos ed un video della bellezza di 57 minuti. Un disco che ha un suo discreto fascino per via della proposta alquanto personale. Bravi.
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