Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2022
Durata:38 min.
Etichetta:Prosthetic Records

Tracklist

  1. ENANTIODROMIA
  2. THOSE WHICH STARE BACK
  3. NAUSEATING DESPAIR
  4. CATHEDRALS OF BLOOD (TWILIGHT OF THE IDOLS)
  5. INDIVIDUATION
  6. THE ILLUSION OF SELF
  7. SURVIVE IN OBSCURITY
  8. ENVELOPING ABSURDITY

Line up

  • Christian Alm: Bass
  • Vincent Tweten: Drums, Percussion (additional)
  • Josh Poer: Guitars (lead, rhythm & acoustic), Keyboards
  • Aaron Dudgeon: Guitars (lead & rhythm), Vocals

Voto medio utenti

Le strade di Metal.it e quelle del quartetto statunitense dei Phobophilic si incrociano nuovamente.
Dopo aver recensito nel 2019 l’EP "Undimensioned Identities” uscito per Blood Harvest, questa volta è il turno di fare la conoscenza di “Enveloping absurdity”, debutto sulla lunga distanza per Prosthetic Records.

La proposta musicale dei Phobophilic non si è discostata da quanto ascoltato tre anni fa, beneficiando ancora dell’onda lunga che anima il death/doom statunitense degli ultimi anni (N.d.R.: per quanto tempo potrà ancora andare avanti così?) e che vede fra le punte di diamante Tomb Mold e Blood Incantation, in cui si sentono ancora con decisione gli echi della vecchia scuola newyorkese (Immolation ed Incantation su tutti) ma che, allo stesso tempo, ospita anche disgressioni che appartengono al linguaggio musicale dei Demilich.
Il sound che troviamo in “Enveloping absurdity” è quindi compatto e cupo, in cui gli elementi dissonanti sono posti in modo tale da acuire il più possibile sensazioni piene di angoscia.

Non abbiamo fra le mani una band dedita alla iconoclastia furiosa, bensì una di quelle che prima ti mette all’angolo e poi comincia a picchiare scientificamente riuscendo però a contenere le disgressioni progressive all’interno di un minutaggio accettabile.
Sostanzialmente non si trovano difetti in "Enveloping absurdity”, la band del Nord Dakota è consapevole dei propri mezzi e di ciò che vuole suonare ma, nonostante la validità della musica dei Phobophilic ho la spiacevole sensazione che siano in ritardo di un paio di anni, quando questa sfaccettatura del death metal aveva maggiore visibilità.

Sia quel che sia, "Enveloping absurdity” merita più di un ascolto.

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