Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:38 min.
Etichetta:WormHoleDeath Records

Tracklist

  1. ARTWORK OF NATURE
  2. DEATH ABOUND EVERYWHERE
  3. ELEVEN
  4. ETERNAL DAMNATION TO RENé DESCARTES
  5. KEEP DREAMING
  6. FOR ALL WHO THRIVE UNHEARD
  7. THE MIGHT FALL
  8. THE LAST DARKEST NIGHT
  9. A TIME TO BE SO SMALL
  10. LIJTY CRJSTY

Line up

  • xTNSx: vocals
  • xDEATHWISHx: guitars
  • xWITHOUT NAMEx: guitars
  • xJxWALL OF DEATHx: drums

Voto medio utenti

“The Way Of Purity is inspired by a blind and extremely dark dimension where Christ and Satan, evil and good, are the same. This ultraviolent dimension takes shape in the music. The voices we hear everyday are our nightmares and dreams. These voices asked us to change things, giving us the chance of salvation by becoming the hand of God and finding the real way of purity”
Quanto sopra riportato è il manifesto del collettivo conosciuto come The Way Of Purity, combo che si dice affiliato all’Animal Liberation Front (ALF), organizzazione che si pone come centro mondiale della difesa dei diritti degli animali, sovente anche con azioni di matrice terroristica.
Tornando alla musica, il nuovo “Equate” compie passi in avanti rispetto al debutto “Crosscore”, disco di cieca violenza e rabbia compressa che qui, tuttavia, non viene meno ma è, anzi, diluita in passaggi più articolati e meno diretti, con un maggiore uso della melodia, anche vocale.
Quest’ultimo elemento è però riferito alle sole “The Last Darkest Night” e “Eleven”, laddove interviene Giulia Stefani dei Ravenscry, perché per il resto le vocals sono affidate alla brutale e cupa ugola di Tiril Skardal, bionda ed avvenente singer norvegese abile a grattugiarsi le corde vocali per la causa animalista. La singer concede requie solo nell’episodio “A Time To Be So Small”, cover degli Interpol, e in “For All Who Thrive Unheard” nella quale, tuttavia, presto degenera in un acido e vetriolico growling.
Sul disco viene ripresa anche “Eternal Damnation To Renè Descartes”, già presente sull’ep di anticipazione “Biteback”. La colpa del povero Cartesio riposa nella sua convinzione che gli animali non provino emozioni, in particolare dolore, e ciò sarebbe, secondo i The Way Of Purity, la causa del cd. ‘specismo’, dottrina antropocentrica che sostiene la superiorità dell’uomo sugli animali, dalla quale discenderebbe il diritto di usarli a proprio uso e consumo, compresa la facoltà di infliggergli violenze e sofferenze.
Tornando alla musica, bisogna aggiungere che il deathcore della band talvolta si tinge di tinte scure, con vibes decisamente blackish, come nel caso dell’opener “The Artwork Of Nature” e il riffing portante di “Keep Dreaming”.
Sul disco sono anche presenti loop sparsi qua e là anche se non prendono mai il sopravvento sulla classica struttura della forma canzone, basata sulla ritmica basso/batteria e sulle chitarre.
Volendo dare un giudizio generale sul disco occorre sottolineare la provvida intuizione della band di aver saputo variegare la proposta con elementi alieni al precedente “Crosscore”, perché se facciamo riferimenti ai pezzi più brutali e violenti ciò che resta è un senso di incompiutezza.
Mi spiego.
La rabbia della band, che si misura in tonnellate, dà luogo a strutture ipercompresse, troppo ripiegate su se stesse, al punto che sembrano trattenersi e (quasi) mai esplodere. Ecco, se la band avesse lasciato correre un po’ di più le chitarre, e queste fossero riuscite a trascinarsi dietro la ritmica, avremmo assistito a qualcosa che, al tempo stesso, sarebbe stata più ariosa e anche più devastante. Un pizzico di thrash sound in più non avrebbe guastato.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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