Copertina 7

Info

Anno di uscita:2012
Durata:44 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. YOU ARE NEXT
  2. AT THE GATES OF HELL
  3. VIOLENT DOWN
  4. IT’S RISING!
  5. BLOOD ON THE SNOW
  6. KILLER INSTINCT
  7. THE HOPE IS GONE
  8. FRESH PLEASURE
  9. STILL CORRUPT
  10. REBORN

Line up

  • Guillermo Izquierdo: vocals, guitars
  • David Alvarez: guitars
  • Jose Izquierdo: bass
  • Victor Valera: drums

Voto medio utenti

Angelus Apatrida è formazione spagnola di thrash metal, già piuttosto popolare in patria a seguito della pubblicazione di tre album e di numerosi concerti a rimorchio di bands internazionali. Proprio nell’intento di espandere il raggio d’azione del gruppo oltre i Pirenei, viene prodotto e supportato dalla Century Media questo ultimo episodio intitolato “The Call”.
Immediato riconoscere nello stile degli iberici la forte influenza di nomi storici del genere, quali Megadeth, Testament, Exodus, e tutta la scuola matura di epoca ottantiana. La frenetica “You are next”, posta in apertura del disco, ci dice già tutto sul quartetto: doppia chitarra sincronizzata e puntigliosa sia nei riff granitici che nei passaggi meno serrati; assoli affilatissimi e brucianti; sezione ritmica schizzata ed ipervitaminica; voce del tipo “alla Mustaine” ed, in generale, una padronanza tecnica di ottimo livello.
Descrizione che ormai tutti conosciamo a memoria, avendola applicata a centinaia di formazioni con il trascorrere del tempo. Questo significa che il quartetto si è posto l’obiettivo di diventare un buon esecutore del genere scelto, senza pretese di esplorare nuovi territori.
Quindi è facile notare che gli Angelus Apatrida (circa Angeli Perduti, Rinnegati...nda), musicalmente e perfino visivamente sembrano fermi alla prima metà degli ’80. Però il loro thrash veloce, potente, aggressivo, è fatto molto bene e non mostra cedimenti di sorta. Chi ama il genere non resterà indifferente di fronte a killer-song come “Violent down”, “Blood on the snow”, “The hope is gone”, sorta di Panzer sonici concentrati in pochi, furiosi minuti, ma promuoverà anche l’ambiziosa “Reborn”, dove gli spagnoli si concedono maggior spazio per dimostrare di essere altrettanto validi e credibili alle prese con temi più articolati ed impegnativi.
Sicuramente in Spagna il disco avrà successo, mentre temo che altrove sarà frenato dalla evidente filiazione da opere molto simili. Resta comunque un buon ascolto per gli amanti del thrash più classico.

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