Discreta novità, i francesi
Jumping Jack. Si tratta di un power-trio con base a Nantes, che però s’ispira ad uno scenario totalmente americano fatto di bisonti della strada, Hell’s Angels e localacci sperduti nel deserto.
Perciò attendetevi un heavy rock roccioso e muscolare, infarcito di elementi pescati dal southern, dallo stoner ed ovviamente dal metal. Ricordano parecchio, per chi li conosce, gruppi come Bible of the Devil, King Giant, Lonely Kamel, ecc, tutti capaci di coniugare pesantezza, groove, senso melodico ed atmosfere un po’ cupe, senza per questo giungere alle tenebre doom.
Grande protagonista del lavoro è Julian Bells, chitarrista, cantante e compositore della band, bravo nel creare una raffica di riff semplici ed efficaci ma piuttosto allergico agli assoli, cosa che in questo genere rappresenta un limite non indifferente. La sua voce possiede invece la giusta miscela di virile rudezza, tasso alcoolico e calore emozionale, richieste dall’attitudine della band. Solida la coppia ritmica, ed in generale i transalpini palesano un livello tecnico più che sufficiente, considerato che parliamo di un album d’esordio.
Tutte le canzoni puntano sul tiro potente ed aggressivo, da hard rock “sporco” e senza fronzoli, tra le quali si distinguono le serrate “Wet desert”, “Crystal tree” e “Fucking holidays”, insieme ad un paio di episodi dove il gruppo stempera leggermente la crudezza del proprio sound, vedi “Churches flames” e “Drunk peanuts”. Peccato manchi quel pizzico di sregolatezza che di solito rende più gustoso e variegato l’impatto esplosivo di questo tipo di lavori.
Così, pur se il debutto dei Jumping Jack. non è male, pare al momento ancora inferiore ai migliori prodotti del genere. Un nome da tenere presente, in attesa che perfezioni lo stile.
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