Quasi quasi mi procuro un bel programmino di questi e mi metto a fare qualche mixaggio, magari qualcuno abbocca e qualche euro in più a fine mese me lo ritrovo anche io. Ma si può presentare un album del genere? A meno che non ci sia un qualche inutile messaggio subliminale nascosto, ma anche quando non sembra aver avuto effetti, questo disco non ha nulla da dire. Certo, si parla di parla di martial industrial ma da qui a sintetizzare tutto in qualche tamburo che ritma un inutile passo militare (o quello che è, perché poi mica si capisce se a marciare su sta roba ci stia meglio un esercito o dei condannati in rotta verso il patibolo!) che mantiene la medesima cadenza per l’intera durata dell’album con qualche impercettibile variazione persa nella fastidiosa ripetitività che domina incontrastata.
Con la sola esclusione di
“Part I Firmitas”, che poi altro non è che l’esecuzione di qualche pezzo che molto assomiglia ai Carmina, (e dire che mi aveva fatto ben sperare in qualcosa di decente) mi pare che non ci sia nulla da poter prendere in considerazione: poca sinfonia, poca elettronica, un coro anch’esso ripetitivo al pari dei tamburi, poi tamburi, tamburi e ancora tamburi.
I pochi inserti sinfonici, neoclassici e strumentali non hanno nemmeno il ben che minimo posto in un opera ridondante, fastidiosa, arrogante e per dirla in una sola parola: inutile!
Il promo contiene anche un inutile bonus cd contenente quattro brani tutti “untitled” di cui il secondo è la
Firmitas di cui vi parlavo sopra, il resto la solita inutile litania di percussioni corredato dal solito coro, con un po’ di elettronica in più.
Disponibile anche in un’inutile edizione cd + inutile bonus cd contenuti in un elegante cofanetto di legno, limitata a
sole cinquantadue inutili copie… se non altro Marcin Bachtiak è davvero ottimista!
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