Gli
Evil Never Dies si sono formati addirittura nel 1990, giusto un anno dopo l'uscita del quarto album degli Overkill, "The Years of Decay", che era chiuso proprio dalla canzone da cui hanno preso ispirazione per il loro nome.
Questa formazione campana sta ora vivendo una seconda giovinezza, infatti, dopo due demo realizzati negli anni '90, gli Evil Never Dies realizzato prima un terzo demo "Today is the Day" nel 2008, quindi questo EP, "De Maleficiis", sempre autoprodotto ma che rivela qualità decisamente superiori alla media. E già da come si presenta al primo approccio: subito un elegante digipack rilegato e con un booklet realizzato
alla grande dal batterista Felice Savarese; quindi da quanto ci fanno poi ascoltare: cinque ottime canzoni, ben interpretate e registrate.
L'influenza degli Overkill su "De Maleficiis" è meno invadente di quanto ci si potrebbe pensare (per quanto siano comunque
omaggiati in occasione di "Cooling-Off Period"), certo, il Thrash degli Evil Never Dies punta indubbiamente alla old school, ma più che alla formazione
newyorkese si respira qualcosa in più di Sepultura e Slayer, ma va comunque a merito del gruppo di non essere particolarmente derivativo.
L'opener, dal lungo ed improbabile titolo, pesta senza remore ed allo stesso tempo sa svariare tra attacchi brucianti ed un pizzico di melodia, con gli Evil Never Dies a lasciarsi influenzare da gruppi come Testament, Sacred Reich o Whiplash. La successiva "This Is a Country for Old Men" si segnala invece per una prima parte rallentata e massiccia, che viene annichilito dall'assalto Thrash che caratterizza il resto della canzone, con risultati
interlocutori che fortunatamente non si ripetono poi sul crescendo dell'ottima "The Furious River", forse solo tirata un po' troppo per le lunghe. Ad ogni modo sia la già citata "Cooling-Off Period", dopo un intro di chiara derivazione Slayer, sia la conclusiva "Normality?, si rivelano ben compatte e quadrate, quasi a garantire l'assalto all'arma bianca da parte di quel serial killer che potrebbe
celarsi tra le fila del gruppo.
Da segnalare ancora la presenza su questo EP dell'ospite Raffaele Lanzuise, bassista dei Nameless Crime, ma anche il successivo ingresso in formazione di Daniele Galasso, che ha così completato la file degli Evil Never Dies, che oltre all'attività live stanno pensando al prossimo lavoro.
Sperando che ora riescano a garantire maggior continuità al proprio operato, li aspettiamo da queste parti con il loro auspicato - e meritato - esordio sulla lunga distanza.
Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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