Passano gli anni ma la conclusione è sempre quella: gli
At Vance non riescono proprio a spiccare il volo. Ci hanno provato più di una volta durante gli anni, prima con "Dragonchaser" e poi con "VII", dimostrandosi sempre all'altezza ma mai oltre, finendo così irrimediabilmente col venire oscurati dai mostri sacri del settore.
C'è da dire che i numerosissimi cambi di line-up non hanno aiutato certo a mantenere una stabilità a livello compositivo quantomeno necessaria per sfondare, ma non ci si può nascondere dietro a un dito. Cosa manca agli At Vance? La risposta è semplice quanto scontata: l'originalità.
I tedeschi suonano lo stesso album da 10 anni. E cazzo, alla lunga stufa.
Power metal di stampo teutonico, con inserti neoclassici e in alcuni casi al limite dell'hard rock, con il leader e mastermind
Olaf Lenk sempre meno attento a una componente strumentale che i primi anni fece la loro fortuna, abbinata a un comparto vocale sempre di assoluto rispetto in ognuna delle sue trasfigurazioni, Oliver Hartmann prima, Mats Leven poi, Rick Altzi ora.
Ed è proprio
Rick Altzi l'unico punto fortissimo degli At Vance in generale e di
"Facing Your Enemy" in particolare: l'ormai non più sconosciuto vocalist scandinavo (per chi ancora non lo conoscesse, da ascoltare assolutamente anche le sue prestazioni coi
Thunderstone) sfodera una prestazione davvero sopra le righe, compiendo passi da gigante nell'avvicinarsi al suo maestro spirituale, il "cugino" norvegese Jorn Lande. La distanza tra i due è ormai minima, l'acquisizione di Rick da parte di qualche gruppo di maggior sostanza potrebbe fargli fare davvero l'ultimo salto di qualità.
Per il resto, come già detto, abbiamo a che fare con il solito album degli At Vance: mid-up tempos suonati e interpretati alla perfezione ma privi di anima, troppo simili tra loro e eccessivamente grati al passato, oltre alle solite ballad strappalacrime, che mai però si avvicinano al capolavoro "Lost in Your Love". Sufficienze qua e la, nessun picco se non "
Saviour", l'unica canzone che cerca di osare un po', discostandosi dai cliché dei tedeschi a livello di songwriting.
"Facing Your Enemy" è un album per chi vuole andare sul sicuro. Vi piacciono gli At Vance? Vi piacerà. Vi piace il power metal neoclassico? Vi piacerà. Un paio di ascolti però, niente di più, poi vi verrà la voglia di recuperare il disco col cartomante e sognare un futuro più roseo per gli
At Vance, quello che tutti all'epoca si aspettavano.
Quoth the Raven, Nevermore..
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