Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:56 min.
Etichetta:Kolony Records
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. ABEYANCE
  2. REMNANTS
  3. FRAUGHT
  4. ABSIT OMEN
  5. TO STIR THE SEA (INSTRUMENTAL)
  6. IN PARTING
  7. THE DREAM AND THE WAKING
  8. BY MOON AND STAR

Line up

  • George Kosmas: Vocals, Guitars
  • Shaun Sykes: Guitars
  • John Richardson: Bass
  • Steve Merry: Keyboards, Samples
  • Jimmy Vanden Broek: Drums

Voto medio utenti

Avevo letto un gran bene di questa band, come la “new sensation” del death melodico (svedese) made in Australia e, ascoltato il disco precedente, il valido “Stone's Reach” ne avevo avuto la prova.
Così, spinto dalla curiosità mi accingo all'ascolto di questo nuovo “Of Breath and Bone” e subito rimango perplesso e anche un po' spaesato.

Il genere proposto dai Be'Lakor è tra i miei preferiti, un death/doom melodico, caratterizzato da ritmiche cadenzate e passaggi più tirati, con un growl profondo e melodie malinconiche, sullo stile dei primi Katatonia (quelli di “Brave Murder Day”, tanto per intenderci) e Insomium.

Questo tipo di sonorità ha bisogno di una notevole varietà di idee e di abili capacità compositive per non annoiare all'ascolto, caratteristiche che la band australiana sicuramente possedeva nel precedente disco, ma della quale questa volta ne risulta, ahimè, priva.

I passaggi più squisitamente swedish death sono, salvo sporadici casi, privi di mordente e mi spiace dirlo, piuttosto banali. In alcuni casi gli arrangiamenti risultano essere addirittura sconclusionati, come nella traccia di apertura, “Abeyane” dove uno stacco di chitarra azzeccato viene in un secondo momento riproposto rovinato da un armonizzazione completamente fuori luogo.

Non di meglio si può dire se guardiamo ai passaggi più melodici e “morbidi”, che non hanno provocato in me il minimo sussulto. La carenza di idee vincenti pervade un po' ovunque.

L'album, però non è completamente da buttare, di idee valide ce ne sono e anche molte, brani come “Absit Omen”, “Fraught” o “By Moon and Star” lo dimostrano. Purtroppo non sono sufficienti a far uscire questo disco dalla mediocrità. Se fosse stato ponderato maggiormente nella sua gestazione, se gli arrangiamenti avessero avuto un'economia maggiore e non tutte le idee fossero state incluse a forza nei brani, i cambi di registro smussati e ammorbiditi, a quest'ora ci troveremo davanti ad un lavoro veramente ottimo. Invece no. Peccato.
Recensione a cura di Simone Carta

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 14 giu 2012 alle 22:42

Per fortuna che il responso finale sta, come sempre , agli ascoltatori e non ai critici. E non a caso questo MERAVIGLIOSO album e' in vetta a quasi tutte le classifiche di vendite e gradimento (metalstorm e tanti altrii). Non fatevi sviare dalla critica di chi , senza offesa per il recensore che non conosco e che rispetto , avra' ascoltato quest'album non piu' di una volta e sicuramente in un "mood" non appropriato ...:-)

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