Arrivare a firmare un contratto con una major e abbandonarla pochi mesi dopo perché le imposizioni dell’etichetta vengono ritenute troppo limitative per la propria creatività significa avere le palle e credere ciecamente nel proprio progetto musicale. In effetti, a distanza di qualche anno, questo Gotten Gains rende giustizia a quella scelta tanto coraggiosa, consegnandoci una band in grado di offrire un disco particolare e “nuovo”, seppur ricco di richiami e citazioni.
Il sound del combo statunitense è un misto di alternative, grunge, southern, rock and roll e momenti psichedelici, che ti prende e ti porta in uno strano mondo dove i punti di riferimento si perdono completamente: non ci sono appigli, perché le canzoni sembrano non seguire un filo conduttore e sorprendono una dopo l’altra con soluzioni inaspettate. Qui dentro io ci sento i Corrosion Of Conformity di Wiseblood, gli Alice In Chains, gli Stone Temple Pilots, i Soundgarden…ma presi e rimodellati secondo un punto di vista nuovo e fresco.
Ora, non sarà il disco del secolo, ma merita tutta l’attenzione degli amanti delle sonorità alternative. Provate ad ascoltarli, non rimarrete delusi. Bravi
Ill, la coerenza paga sempre, vi auguro una lunga e soddisfacente carriera.
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