Nuovo album per gli Ensiferum ed io sto già sognando la Finlandia.
Come ormai da tradizione, si parte con un intro strumentale, che sembra uscita dal favoloso mondo del film Il Signore degli Anelli, ed è subito seguita dalla guerresca "
In my Sword I Trust" con i suoi cori epici e fieri alternati ad una cascata di riffs ed al cantato death di Petri Lindroos.
"
Burning Leaves" inizia con un motivo folk medievale, poi ripreso dalle chitarre elettriche, su cui si innesta il cantato secco e ruvido di Lindroos, seguito da un bellissimo coro forse scaturito dalla voce del Fato stesso.
E' difficile rendere a parole le sensazioni provocate dall'incedere incalzante della musica, l'intreccio di chitarre e tastiere, le parti acustiche medievali, la magnifica modulazione delle voci, le linee di archi e fiati. I ritornelli vi resteranno impressi nella mente, insieme alla visione di terre lontane.
"
Celestial Bond" è una lenta e malinconica ballad cantata da una dama
d'altri tempi, che introduce un elemento di sognante sospensione, subito seguito dalla mazzata di "
Retribution Shall Be Mine". Bellissime "
Star Queen" e la title track. "
Pohjola" andrà benissimo live. E, dopo la dichiarazione di amore per la terra dei propri padri di "
Last Breath", "
Passion Proof Power", chiude in maniera lirica (il pianoforte, il canto degli uccelli)... e sorprendente. La seconda parte del brano sconfina addirittura in qualcosa di somigliante al prog e la sua lunghezza di 17 minuti lo rende quasi una suite. Si finisce con gioiose voci conviviali.
La produzione è perfetta nel dare ai brani una patina di antico estremamente realistica. Le capacità compositive e tecniche degli Ensiferum creano un'omogenea alternanza fra la furia della tempesta e la pace di verdi paesaggi. The Glory is still alive!