Graditissimo ritorno quello degli svedesi
The Forsaken, che a distanza di ben 9 anni dal precedente “
Traces of the Past” tornano con questo nuovo “
Beyond Redemption”, uscito per la Massacre records, dopo la chiusura del contratto che li legava alla Century Media.
Nuovo contratto e una rinnovata linea stilistica che, se di base non si discosta molto dai vecchi lavori, dall'altra le differenze con i primi 3 dischi (il debut
“Manifest of Hate”, il successivo “
Arts of Desolation” e l'ultimo “
Traces of the Past” uscito nel 2003), sono marcate e piuttosto evidenti.
Il trademark della band è sempre riconoscibilissimo, trattasi sempre di
swedish death, ciò che è variato sono i punti di riferimento. Se con i lavori precedenti lo sguardo puntava verso band del calibro di
Carnal Forge e
The Haunted, con un
Thrash/Death Metal melodico, ora ci troviamo davanti ad un ritorno alle origini del genere.
L'allontanamento dalle tendenze thrasheggianti degli esordi in favore di brani dall'ispirazione decisamente più old school, accostabile ai mostri sacri del genere come
Entombed e
Carnage, ha giovato non poco al sound del gruppo. Ottime le parti di chitarra, con riff granitici, assoli sempre incastrati a regola d'arte e quei fraseggi melodici in odor di zolfo tanto cari ai primi
Dismember e
Grave, il tutto con la melodia e l'intensità dei migliori
Hypocrisy.
Anche le parti vocali, ad opera di
Anders Sjöholm, si sono fatte più variegate e curate, con l'abbandono di uno screaming, a onor del vero piuttosto monocorde e piatto, reale pecca dei precedenti dischi, in favore di un growl spesso, profondo, decisamente più adatto al nuovo sound della band.
Non parliamo comunque di stravolgimenti stilistici, ma di semplici accorgimenti che hanno reso un sound già di per sé interessante, ancora più coinvolgente, merito anche di un'eccellente produzione.
Sicuramente l'album migliore della formazione scandinava dove, pur non apportando particolari innovazioni al genere, sono riusciti a mettere insieme 10 brani ottimi, massicci e violenti, suonati con una certa dose di personalità e con un approccio moderno. Un ottimo punto di paragone lo si può trovare con quanto proposto dai
Bloodbath, una band che ha fatto di un certo “revival” una fiera bandiera e un dovuto tributo al caro e vecchio
Death Metal.
Un disco forse per nostalgici, ma non solo e poco importa se l'originalità alberga altrove: quando un album è composto da autentiche mazzate di brani come “
Only Hell Remains” e “
The Light Divine” l'originalità viene in secondo piano e l'unica cosa possibile da fare è godere con l'ascolto di questo “
Beyond Redemption”.
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